Il Tirreno

Grosseto

«Un atto che spacca la nostra comunità»

«Un atto che spacca la nostra comunità»

Pd indignato per il via libera all’intitolazione. Marras: «Pietoso teatrino delle destre». Parrini: «Bullismo dedicatorio»

18 aprile 2018
5 MINUTI DI LETTURA





GROSSETO. Dalla protesta in aula alle reazioni, non meno indignate, del giorno dopo. Il centrosinistra torna a esprimere sdegno e preoccupazione per l’intitolazione di una strada a Giorgio Almirante di una a Enrico Berlinguer e di una alla Pacificazione nazionale, voluta e approvata lunedì dalla maggioranza di centrodestra in consiglio comunale a Grosseto.

Dai gruppi consiliari di Pd e lista Mascagni sindaco, che avevano portato ben sei emendamenti (tutti bocciati) al capogruppo Pd in consiglio regionale Leonardo Marras al neosenatore Pd Dario Parrini, la lettura di questa decisione è univoca: più che “pacificare” e unire, dicono, è un atto «irrispettoso» verso la comunità e «che spacca la città».

«Atto sciocco e incomprensibile» lo definiscono i consiglieri di centrosinistra, con i capigruppo Carlo De Martis e Lorenzo Mascagni in testa. Il centrosinistra definisce la toponomastica uno strumento che, attribuendo un nome ai luoghi, trasforma una moltitudine in una comunità, «permettendo la nascita di un senso di appartenenza». Non a caso, dice il centrosinistra, «la storia moderna della nostra comunità ruota intorno alle Mura, lungo via Manetti, via Ximenes, via Fossombroni e via Porciatti, in memoria di coloro che aprirono Grosseto a una nuova epoca» tra bonifica e architettura.

Dalla tragedia del fascismo e della seconda guerra mondiale nacquero viale della Pace, viale Brigate Partigiane, piazza della Libertà. E furono intitolate strade a Norma Parenti (a Massa Marittima), agli antifascisti grossetani deportati nei campi di concentramento e ai Martiri d’Istia.

«L’intitolazione di una via a Giorgio Almirante, di una via a Enrico Berlinguer e di una via alla Pacificazione nazionale, a sancire un’aberrante equiparazione tra fascismo e antifascismo – dice il centrosinistra – infligge una ferita alla nostra comunità aprendo nuove divisioni quando invece ci sarebbe bisogno di maggiore coesione per rispondere ai bisogni reali dei cittadini. Un atto che nulla ha a che vedere con la storia della nostra comunità, e che anzi la oltraggia».

Ricordando il ruolo di Almirante nella storica locale (dalla propaganda della politica razziale al “bando della morte” da lui firmato che perseguitava i renitenti alla leva, tema molto sentito in Maremma per la strage dei Martiri d’Istia e degli 83 minatori della Niccioleta), il centrosinistra ritiene che non sia «“solo” questione di fascismo e antifascismo», argomento su cui il sindaco si è dichiarato «agnostico» («stendiamo un velo pietoso», dice in proposito il centrosinistra, che definisce anche «pilatesco» l’atteggiamento del M5s che ha deciso di non votare).

«La toponomastica – chiudono i consiglieri di Pd e Lista Mascagni – è importante. Gli amministratori del passato sono e saranno ricordati per aver omaggiato quanti resero possibile la rinascita di Grosseto... Per cosa saranno ricordati gli odierni amministratori? Ora lo sappiamo. Per aver reso omaggio alla barbarie del fascismo e del razzismo, che così tanto dolore ha inferto alla nostra comunità».

Il consigliere regionale Leonardo Marras fa notare come siano «ben poche le realtà, anche toscane, da sempre governate dalla sinistra in cui è stata proposta l’intitolazione di vie o piazze a Berlinguer». Il motivo? Ai «grandi uomini di parte è riservato il riconoscimento definitivo... non prima di quando il giudizio storico sia superato dall’evidenza storica».

Nel caso di Almirante, chiede Marras, «il suo passato così oscuro nel Ventennio, le sue responsabilità politiche se non penali su atti e avvenimenti gravi per la nostra storia, il suo ruolo successivo nella Repubblica, costituiscono davvero meriti così alti da passare al riconoscimento universale».

Eppure, dice Marras, con un atto approvato «pur senza l’unanimità in consiglio un’opinione di parte pur legittima diventa realtà oggettiva, che deve avere e ha valore per tutti. Così l’atto obbliga il Comune ad adeguarsi a un indirizzo che per molti è un’onta alla memoria collettiva e chi governa non si preoccupa minimamente delle conseguenze di provocare una frattura» nella comunità.

Il capogruppo Pd in consiglio regionale reputa il via libera dato dalla maggioranza di centrodestra in consiglio «l’ennesimo pietoso teatrino come una corsa con il fu alleato Tornusciolo a chi è autenticamente fascista contemporaneo», scrive in una nota. «Nel braccio di ferro tra le varie sfumature di destra che animano il consiglio comunale – dice Marras – ci perde la città. A chiunque è apparso senza senso imboccare questa strada solo per rispondere ad una provocazione fatta apposta per dividere la destra al potere e la maggioranza, assecondandola, ha fatto un errore tattico, che diventa anche istituzionale e storico, i cui effetti si ripercuotono sulla collettività». Marras invita il sindaco e la maggioranza a riflettere se dar seguito o meno all’indirizzo dato dal consiglio comunale.

Dario Parrini parla di «scelta che scandalizza e indigna» e di «vergogna colossale». «Questo sindaco si definisce “libertario” e dà degli “illiberali” ai critici della sua scelta. Mi pare che abbia problemi con gli aggettivi e coi sostantivi», dice il senatore. «Non c’è niente di liberale e di libertario, e men che meno di serio, nel tentativo di costruire rappresentazioni distorte e ridicole della storia del nostro Paese», attacca Parrini.

«L’escamotage della “pacificazione nazionale” – prosegue – fa cadere le braccia. Siamo di fronte a un bullismo dedicatorio che più che un atto di pacificazione nazionale sembra una pagliacciata locale».

Infine il senatore ne ha anche il Movimento 5 stelle – già bacchettato dai consiglieri di centrosinistra in aula – che, pur avendo espresso contrarietà all’intitolazione di una strada ad Almirante, in consiglio ha deciso di non partecipare alla votazione. «Sul M5s che sceglie di non partecipare al voto è meglio stendere un velo pietoso. Sono astuzie deprimenti», conclude Parrini.

Primo piano
Povertà energetica

Caro bollette, in Toscana 200mila persone non riescono a pagare a pagare gas e luce: «Col mercato libero va anche peggio»

di Martina Trivigno