Il Tirreno

Grosseto

Addio a Clemente Fiorilli, una vita per la politica

Addio a Clemente Fiorilli, una vita per la politica

Cominciò con la Dc ed era stato uno dei pionieri della “strategia dell’attenzione” Dopo la perdita della figlia, ha istituito una fondazione e moltissime borse di studio

25 aprile 2018
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di Gabriele Baldanzi GROSSETO Ieri, poco dopo le 14, nella casa di riposo Villa Gloria, in via Davide Lazzeretti, a Grosseto, è morto Clemente Fiorilli, classe 1921, un pezzo di storia della città. I funerali si svolgeranno oggi, alle 16, nella chiesa dei santissimi Stefano e Lorenzo, a Montepescali. Politico di lungo corso con la Democrazia Cristiana, in auge dalla fine degli anni Cinquanta, Fiorilli era considerato a livello locale una sorta di bandiera della sinistra Dc, quella che aveva in Aldo Moro e Giorgio La Pira i propri leader. Era stato in Maremma un pioniere della cosiddetta “Strategia dell'attenzione” verso il Pci, promuovendo a livello locale i primi accordi con la Sinistra. Favorevole al Compromesso Storico, era confluito prima nel Partito Popolare, poi nella Margherita e infine nel Pd. Sedeva sui banchi del consiglio comunale già ai tempi del sindaco Renato Pollini e fu in prima linea nei giorni dell’alluvione del 1966. Consigliere comunale per tre mandati, poi consigliere provinciale, era forse - tra tutti - il politico più vicino a don Zeno e ai nomadelfi. Aveva studiato ai Salesiani di Livorno e durante la seconda guerra mondiale era stato ufficiale in Grecia, combattendo per l’Italia. Al rientro a Grosseto l’impiego all’ex Ente Maremma, dove si era occupato della Riforma Agraria, dell’assegnazione dei poderi. Viveva a due passi dallo stadio, in città, ma il suo cuore batteva a Montepescali. Da pensionato la politica lo aveva nominato più volte revisore dei conti dell’Asl 9. Godeva di stima e rispetto bipartisan. In seguito alla prematura scomparsa dell’amata figlia Elisabetta, aveva istituito la Fondazione “Clemente ed Elisabetta Fiorilli”, protagonista negli ultimi anni di una miriade di eventi benefici in favore del paese di Montepescali e della stessa Nomadelfia. “Era un uomo di grande carisma - racconta uno dei suoi figliocci, Simone Marchetti – un profondo conoscitore della politica e delle sue dinamiche, a ogni livello. Capace di grandi slanci di umanità di sensibilità e buon senso, Clemente aveva anche dimostrato in tante occasioni capacità di decidere, coraggio nell’affrontare strade complicate”. La vita gli aveva tolto, una alla volta, le persone più care, a cominciare dalla figlia Betty, scomparsa a soli 51 anni, eppure si era sempre rialzato. Da qualche anno, attraverso la Fondazione, sosteneva un premio di poesia, finanziava borse di studio per gli studenti più meritevoli del Liceo Classico Carducci-Ricasoli e del Chelli, attività didattiche e iniziative della Fondazione Grosseto Cultura. Sosteneva anche la scuola di musica comunale e di recente aveva donato un defibrillatore all’ Asd Giovani Calciatori Grosseto. La Fondazione gli sopravvivrà, mantenendo i suoi impegni sotto la direzione del presidente Luigi Bassi, che unitamente alla moglie Stefania e ai fraterni amici di Clemente – tra cui gli inseparabili Angela e Silvano Costantini – lo hanno assistito e seguito fino all’ultimo giorno, prima in salute poi nella malattia. A loro e ai parenti giungano le condoglianze della redazione di Grosseto del Tirreno.

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