Il Tirreno

Grosseto

Esprime idee politiche Bersaglio di razzismo su Fb

di Gabriele Baldanzi
Esprime idee politiche Bersaglio di razzismo su Fb

Timo Heinzmann, origini tedesche da 28 anni a Roccastrada, rende noto un post in cui viene attaccato e invitato a tornare in Baviera: «Fatto grave, non va taciuto»

02 giugno 2018
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ROCCASTRADA . «Ne ho abbastanza dei tuoi commenti di politica. Mi chiedo perché non vai a farli in Germania, anzi in Baviera, visto che ti consideri bavarese e come ho sentito ti senti così perfetto».

Ormai il razzismo non ha più colore, né confini geografici. Il bersaglio di queste parole è Timo Heinzmann, un ragazzone biondo di 30 anni compiuti il 25 aprile, che a Roccastrada conoscono tutti. È nato in Germania, è vero, ma è arrivato qui che aveva due anni, ha studiato qui, si mangia la “c” come i toscani e non arrota la “r”. È impegnato nell’associazionismo paesano e guarda a sinistra. Gli capita, con gli amici, al bar, di parlare di politica, di ciò che sta succedendo a livello nazionale.

«Lo trovo naturale – dice – e non mi sono mai preoccupato che le mie idee potessero infastidire qualcuno. Mai avrei pensato mi fossero rivolte, in modo anonimo e minaccioso, frasi del tipo “torna al tuo paese”, anche perché il mio paese, inteso come luogo del cuore, è Roccastrada, l’Italia. Tanto è vero che sto cercando di prendere la doppia nazionalità». E invece le parole uscite dalla bocca di Timo – commenti su ciò che è accaduto tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e la Lega, la posizione di Matteo Salvini – forse anche i suoi post su Facebook hanno dato fastidio a qualcuno, che senza metterci la faccia gli ha scritto un brutto messaggio. Un avvertimento intimidatorio, offensivo. E lui ha reso tutto pubblico.

Timo racconta con serenità. «Ero al bar – dice – un bar gestito da un amico della mia età, Lucio, e parlavo con mio fratello e altri ragazzi della situazione politica che viviamo, del clima che si respira. È il bar dei giovani, quelli con i tatuaggi, che ascoltano il rap, l’hip hop, il metal, il rock. La sera capita di bere due birre e fare qualche considerazione… Evidentemente qualcuno, nel bar vicino, ci stava ascoltando. C’era diversa gente che non conosco e che non ho nemmeno guardato bene. Più tardi ho trovato una notifica su Messenger. Era questo Roberto DT o Roberto Bossi, un profilo blindato, anonimo. Non credo che questo personaggio mi conosca, perché chi mi conosce sa che a me certi mezzi non fanno paura. Considero questa persona un codardo. Punto e basta».

Gli Heinzmann sono arrivati in Maremma ventotto anni fa. Il padre di Timo, Christian, è un imprenditore agricolo che conoscono tutti, anche a Grosseto. Già alla guida della cooperativa Valle Bruna, oggi è vicepresidente di Granai di Toscana, organizzazione di produttori che associa sette cooperative agricole toscane. Una famiglia radicata nel tessuto economico e sociale locale, persone benvolute, affabili.

«Non cerco pubblicità o riflettori – precisa Timo – ma quello che mi è stato detto sarebbe grave lasciarlo passare sotto silenzio, come una sciocchezza. Al di là del riferimento alle mie amicizie con presunti tossici di Roccastrada, è proprio il ragionamento che in testa mi risuona fastidioso. Con me questi neofascistelli hanno fortuna: sono tedesco e quindi devo e posso tornare in Germania se penso e dico cose che non piacciono loro, anche se la mia vita si svolge qui da ventott’anni. Ma se invece fossi italiano? Dove mi mandano se non mi allineo al loro pensiero? Cosa mi fanno se non ho altri posti dove andare? Mi spediscono al confino? O mi ammazzano? Magari, visto che si parla di tedeschi, in comode camere a gas. Oppure mi sparano? Meglio da dietro. O mi picchiano? Di notte. In tanti contro uno». Timo, che lavora come operaio, ha incassato la solidarietà di molti amici, persone giovani e meno giovani, tra cui quella del sindaco di Roccastrada Francesco Limatola.

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