Il Tirreno

Grosseto

Giardini lascia la casa: «Consegno le chiavi, la legge è legge»

di Francesca Ferri
Giardini lascia la casa: «Consegno le chiavi, la legge è legge»

Marina di Grosseto, l’ex artigiano strozzato dal mutuo e la moglie trovano un alloggio provvisorio in un bungalow

05 giugno 2018
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MARINA DI GROSSETO. «Antonietta, fammi un piacere. Prendi tutte le chiavi e portamele qui».

Giulio Giardini, 63 anni, ha davanti l’uomo che ha comprato la sua casa all’asta, il commercialista incaricato dal tribunale di seguire la vicenda e il suo avvocato, Tommaso Galletti. Sono da poco passate le 11 del mattino e sono tutti seduti al tavolo dell’appartamento nel seminterrato, uno dei tre che compongono la grande casa di circa 300 metri quadrati di via Ariosto a Marina di Grosseto che Giardini si è costruito da solo e che, dopo otto anni di tira e molla con la sua banca, Banca Etruria, ha perso perché, per problemi di salute, non è riuscito a pagare il mutuo, né a convincere la banca a concedergli una delazione. La sua storia è stata raccontata dal Tirreno nei giorni scorsi.

Giardini non oppone resistenza. Lo ha detto sin dal mattino ai due, tre amici che sono venuti a sostenerlo (c’è anche un militante di Rifondazione venuto a portare la solidarietà di Salvatore Allocca).

«Le cose – dice Giardini – vanno fatte da uomini: consegno le chiavi e non ci dormo più. La legge è legge: io stamani (ieri) devo andare via e me ne vado. Vorrei solo qualche giorno in più per portare via le mie cose, perché nelle nostre condizioni io e mia moglie non ce l’abbiamo fatta a fare tutto per oggi».

Giardini, come ha raccontato lui stesso, era un artigiano edile che se la passava discretamente con il suo lavoro. A metà anni Duemila ha acceso un muto di 120mila euro con Banca Etruria, che all’epoca aveva una storica filiale a Marina. L’intento era di costruirsi una casa, «per me da lasciare alla mia famiglia», dice. Negli anni, però, la salute lo abbandona, è costretto a interrompere il lavoro, anche la moglie si ammala, e fatica a pagare le rate mensili. La banca non cede: non vuole sospendere il mutuo. Tra alterne vicende, la storia ha un epilogo drammatico: la casa viene messa all’asta è viene acquistata a un prezzo stracciato rispetto al suo valore, in virtù di una stima che Giardini ha sempre contestato, di alcune difformità che vanno sanate e di un ribasso del 40 per cento applicato al primo incanto. Insomma, con 138mila euro è stata comperata da un acquirente, che ieri era presente.

«Questa casa non è che è stata fatta da una ditta – dice con amarezza Giardini – L’ho fatta io...». Mostra i suoi pappagallini, i due cagnolini da cui non si separa mai.

Per circa un’ora si discute se concedere a Giardini la possibilità di venire a prendere le sue cose anche una volta che abbia lasciato definitivamente la casa. Ci sono mobili, stoviglie, vestiti, elettrodomestici. «Li porterò da mia suocera – spiega Giardini – e anche i pappagalli. Qualcosa però lascerò qui». Proprio in cambio del mobilio che lascia, Giardini si vedrà versare dal nuovo acquirente 5mila euro, che gli servono – spiega – per comprare un camper di seconda mano dove andare a stare. «Per il momento ho trovato una sistemazione in un bungalow in un campeggio qui vicino, il cui titolare mi dà una mano e lo ringrazio».Le chiavi sono consegnate. A metà mattina Giardini chiude dietro di sé i cancello. Per l’ultima volta.

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