Il Tirreno

Grosseto

«Post migranti, interrogherò il ministro»

di Pierluigi Sposato
«Post migranti, interrogherò il ministro»

La senatrice Cirinnà annuncia iniziative dopo aver commentato su Facebook le parole del poliziotto: «Questione grave»

16 giugno 2018
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GROSSETO. «Se entro martedì non vedrò novità, presenterò un’interrogazione in Senato al ministero dell’Interno».

Lo annuncia la senatrice Monica Cirinnà, dopo aver commentato su Facebook la vicenda del post del poliziotto di Grosseto a proposito dell’emergenza migranti, post in cui erano state ravvisate parole forti, ritenute discriminanti nei confronti di omosessuali e persone di colore. Cirinnà è intervenuta sul social perché a suo giudizio «le frasi razziste e omofobe – scrive in un post la parlamentare del Pd - espresse su Facebook da un rappresentante delle forze dell'ordine di Grosseto sono molto, molto gravi. Per il loro contenuto innanzitutto. E ancor più perché scritte da una persona che dovrebbe essere al servizio dello Stato e di TUTTI (il maiuscolo è nel post, ndr) i cittadini».

Al Tirreno, che l’ha contattata dopo la pubblicazione del post, aggiunge: «Ho ricevuto infiniti messaggi su questa vicenda. Dall’Argentario, da Orbetello, da Capalbio: lo sapete, sono grossetana di adozione. Messaggi in cui veniva sollevata preoccupazione anche perché l’agente è marito di un’assessora». Antonio Senneca, il poliziotto (che su queste pagine ha chiarito di non aver avuto alcun intento razzista o discriminatorio) è sposato con Chiara Veltroni, componente della giunta di centrodestra di Antonfrancesco Vivarelli Colonna. «Se la Questura dovesse dare un segnale, rinuncerò all’interrogazione: il primo giorno utile è martedì, perché c’è la seduta. Vedrò cosa risponderà il ministro». Senatrice, ma lei ha preso contatto con la Questura? «No, io ho rispetto delle autorità». Nel suo post su Facebook, Cirinnà aveva chiesto: «Possibile che i suoi superiori non abbiano nulla da dire? Possibile che il sindaco di Grosseto non prenda le distanze? Possibile che si possa far finta che non esistano più il senso dello Stato e delle istituzioni, oltre al rispetto delle persone e dei diritti umani e civili?».

Senatrice, ma lei si è mossa perché ha notato un aumento di casi di questo genere? «Le brave persone sono dappertutto e anche quelle cattive. Io non mi riferisco né a polizia né a carabinieri. Io dico soltanto che chi rappresenta lo Stato deve sapere che in ogni circostanza deve essere all’altezza della divisa che indossa. Non è che uno, perché è su Facebook, è un’altra persona. Sui social anche il privato diventa pubblico. Quello dei social non è un mondo parallelo: è il mondo reale. Più in generale: gli haters, coloro che alimentano l’odio sulla rete, crescono e trovano visibilità. Ecco, non è possibile che questo accada quando uno è un servitore dello Stato. Questo è il senso del mio messaggio».



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