Il Tirreno

Grosseto

Ok all’impianto, resa dei conti nel Pd

Alfredo Faetti
Ok all’impianto, resa dei conti nel Pd

A meno di un anno dalle urne, l’autorizzazione della Regione rischia di provocare un redde rationem nel mondo Dem

25 agosto 2018
3 MINUTI DI LETTURA





FOLLONICA

A meno di un anno dalle amministrative, l’inceneritore rischia di sparigliare le carte sul golfo. Almeno per il Partito Democratico. È il sindaco Andrea Benini ad avvertire i suoi in Regione: «Se non ci saranno risposte chiare, atti concreti, prenderemo in considerazione decisioni estreme sul piano politico».

Con il suo vice Andrea Pecorini al fianco e l’assessore all’ambiente Mirjam Giorgieri dall’altro, il primo cittadino chiede al gruppo consiliare Pd in Regione e alla giunta del governatore Enrico Rossi di ritirare la delibera con cui ha concesso le nuove autorizzazioni all’impianto. «Non ci sono compromessi sulla salute dei cittadini – dice – Non ci sono simpatie partitiche o candidature che tengano». Quello di Benini è un avvertimento. Non lo dice apertamente, perché la richiesta dev’essere ancora formalizzata e occorre aspettare la risposta da Firenze. Ma il messaggio è chiaro: se non ci sarà risposta, la netta impressione è quella che straccerà la tessera. «Scelte estreme – le ha definite davanti alla stampa – che saranno personali e politiche».

Parla per sé, ma gli assessori che siedono al suo fianco annuiscono. «Le autorizzazioni sono state rilasciate con una delibera di giunta, quindi sono frutto di una decisione politica che noi non condividiamo per niente – dice Pecorini – Ne vedrete delle belle». È presto però per fasciarsi la testa.

La conferenza stampa di ieri mattina è stata convocata per due motivi. Il primo: «impugneremo al Tar la delibera della Regione», annuncia Benini, spiegando non ci sono i tempi tecnici per aspettare la sentenza del Consiglio di Stato, prevista a ottobre, quando i giudici si pronunceranno sulla parte impiantistica, mettendo in discussione anche la nuova Via. Scarlino ha già fatto sapere che sosterrà questo nuovo ricorso.

Il secondo motivo: «Presenteremo un’istanza al gruppo consiliare Pd e alla giunta in Regione chiedendo di ritirare la delibera – continua – Chiederemo al capogruppo Leonardo Marras di chiedere alla giunta atti concreti su tutti gli aspetti che non sono rientrati nella conferenza dei servizi: le carenze impiantistiche, lo studio del Cnr di Napoli (che sostiene che i forni siano fuori norma ndr), sullo studio Asl circa lo stato di salute della popolazione di Follonica e Scarlino che pone diverse preoccupazioni».

Se a tutto questo Firenze risponderà picche, la «decisione estrema» di dire addio al Pd. La questione stavolta non è tanto tecnica, quanto politica. «Serve un atto di forza politica – continua Benini – Non si può chiudere un inceneritore di ultima generazione a Firenze a scopi elettorali per poi decidere di fare di Scarlino la discarica della Toscana, autorizzando un inceneritore vetusto, obsoleto».

E ancora: «In tutto il procedimento l’assessore regionale all’ambiente Federica Fratoni non è pervenuta. Anche su Rossi hanno prevalso conti politici anziché gli atti, gli studi e le sentenze». Poi lo dice: «Il Pd è morto di queste politiche». Eccola la responsabilità politica della Regione e del Pd regionale secondo Benini, Pecorini e Giorgieri. Responsabilità che chiede anche la segreteria Pd follonichese. «Siamo stanchi di essere quelli che vengono indicati come coloro che parlano, parlano, ma tanto i nostri livelli superiori che governano la Regione decidono altro», si legge in una nota. Tutto a meno di un anno dalle urne. —



Primo piano
Meteo

Neve a maggio sul Monte Amiata: tutte le nevicate fuori stagione negli ultimi 54 anni