Il Tirreno

Grosseto

Camorra a Roccastrada: il sindaco commenta le ultime indiscrezioni dell’inchiesta della finanza che porterebbe a un agriturismo di Sticciano 

«Sono preoccupato ma la Maremma possiede anticorpi contro la mafia»

francesca ferri
«Sono preoccupato ma la Maremma possiede anticorpi contro la mafia»

le reazionifrancesca ferriSolo pochi giorni fa, alla notizia che l’inchiesta che ha portato all’arresto del boss della camorra Angelo Orlando era partita dalla zona nord della provincia di Grosseto,...

12 novembre 2018
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francesca ferri

Solo pochi giorni fa, alla notizia che l’inchiesta che ha portato all’arresto del boss della camorra Angelo Orlando era partita dalla zona nord della provincia di Grosseto, il sindaco di Roccastrada, con il collega follonichese Andrea Benini, aveva invitato a non abbassare la guardia e aveva confermato che, sì, le mafie da tempo hanno messo gli occhi sulla zona.

Dopo la notizia che il clan Orlando – secondo le indagini della guardia di finanza di Grosseto – avrebbe riciclato denaro derivato dallo spaccio di droga e dalle estorsioni realizzando l’agriturismo Tenuta Di Maro a Sticciano, Francesco Limatola ribadisce con voce ancora più forte: «Mi sembra che la Maremma sia sotto osservazione da parte dei clan perché è un territorio da un certo punto di vista vergine, e proprio per questo fa gola alla camorra. Ma questa terra ha anche gli anticorpi giusti per reagire».

Proprio ieri, mentre a Sticciano si inauguravano alcuni spazi pubblici risistemati grazie alla Pro loco, nelle conversazioni, tra i paesani presenti l’argomento principale è stato un altro: il caso Orlando – Di Maro (nome della moglie e del cognato del boss Angelo Orlando).

L’agriturismo Di Maro si trova a Porcareccia, sulla strada che dallo Scalo sale verso Sticciano Alto. Un tempo faceva parte dell’azienda Pian di Muro, terreni e poderi appartenuti negli anni Settanta-Ottanta a società milanesi, poi romane. Enormi spazi smembrati, frazionati e infine acquisiti – per una parte – dai Di Maro.

In paese su questa famiglia, parte della quale è arrivata qua alla metà del decennio scorso dal Napoletano, con una ditta edile, tutti non hanno che parole positive.

La Tenuta Di Maro, peraltro, al momento non è interessata da alcun provvedimento di sequestro.

Lo stesso sindaco Limatola spiega di aver incontrato, qualche anno fa, i Di Maro quando andarono in Comune a presentare le pratiche per i lavori ai due poderi dai quali poi è stato ricavato l’agriturismo. «Per inciso, dal punto di vista amministrativo la ristrutturazione è stata fatta in piena regola», dice Limatola.

In questo quadro le notizie emerse dall’inchiesta – ancora pienamente in corso, con sette indagati in tutto – turbano il paese. E per primo il sindaco.

«È evidente che aver saputo che le indagini portano proprio a Roccastrada mi preoccupa di più – dice il sindaco Limatola –. Come ho detto nei giorni scorsi, la criminalità qui non chiede il pizzo, come al sud, ma opera attraverso appalti, edilizia. Una situazione meno visibile e più subdola, che non va minimizzata».

Ma cosa può fare contro la camorra l’amministrazione di un comune di neanche 10mila abitanti?

«È importante – risponde il sindaco – fare rete tra istituzioni: comuni tra comuni, comuni con la prefettura... Che è quello che facciamo ogni giorno. Credo che Roccastrada e la Maremma abbiano gli anticorpi giusti per dire che questa roba qui non prenderà campo. E se gli anticorpi vanno alimentati quotidianamente dando l’esempio, è quello che noi facciamo: teniamo alta l’asticella rispetto alla legalità». —

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