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«Tagli ai vitalizi? Eccoli qua A 87 anni mi tolgono tutto»

Gabriele Baldanzi
«Tagli ai vitalizi? Eccoli qua A 87 anni mi tolgono tutto»

Ivo Faenzi fu senatore Pci per tre legislature: da un giorno all’altro passa da 4mila a mille euro. «Quei soldi li meritavo, questa è solo una speculazione politica»

13 febbraio 2019
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Ivo Faenzi, parlamentare del Pci per tre legislature, tra il 1972 e il 1983, dal mese di gennaio ha visto ridursi il suo vitalizio parlamentare da quasi 4mila euro mensili a poco più di mille. E ieri, con i cedolini delle competenze tra le mani, ha raccontato al Tirreno quali effetti avrà su di lui e sulla sua famiglia il taglio firmato dal Movimento 5 stelle ed entrato in vigore dal 2019. Faenzi è arrabbiato e, per usare parole sue, si sente ingiustamente “impoverito”.

Il passato

«Ho fatto politica con ruoli di vertice per oltre 40 anni, 25 in provincia di Grosseto e il resto a Roma, nella direzione nazionale del partito; ho lavorato da quando avevo 14 anni e ho sempre pensato, lo dico senza vergogna, che ciò che percepivo era meritato». Il vitalizio del parlamentare è un’erogazione mensile che deputati e senatori godono al termine del mandato parlamentare, in base al conseguimento di alcuni requisiti di anzianità di permanenza nelle funzioni elettive. Si tratta di una rendita, accesa con l’iscrizione obbligatoria del neoeletto a un fondo gestito direttamente dalla sua assemblea di appartenenza, che dal 2012 ha assunto le caratteristiche del trattamento di tipo previdenziale, calcolato in rapporto alla contribuzione prelevata sull'indennità parlamentare degli eletti. Ora, su queste 1.800 “pensioncine” si è abbattuta la mannaia grillina e quasi tutti gli ex parlamentari dovranno “tirare a campare” con un vitalizio decisamente più ridotto rispetto a quello finora percepito.

La penalizzazione

Faenzi è tra gli ex onorevoli più penalizzati, perché percepisce il vitalizio da oltre 35 anni, quando ancora non ne aveva compiuti 57 e, in ultimo, perché ha anche un’altra posizione accesa con l’Inps. Tito Boeri, infatti, ha compartecipato ai nuovi conteggi, determinando i coefficienti di trasformazione del monte contributivo maturato dai percettori delle prestazioni previdenziali. «Il mio vitalizio da parlamentare ha dodici mensilità – precisa Faenzi – e supera i mille euro solo perché la presidenza della Camera, accortasi che si era passato il segno, mi ha ridotto di 200 euro (rispetto a quanto pagavo in precedenza), l’assistenza sanitaria integrativa. Altrimenti avrei riscosso la miseria di 900 euro al mese…».

L’ex deputato del Pci usa parole forti. «Il Movimento 5 Stelle fa speculazione politica su tutto - prosegue Faenzi – e il mio sfogo non è solo una questione personale, ma di valori, di principi, di diritti». Poi arriva la denuncia, l’accusa: «Quello che mi fa più rabbia è che i Cinque stelle, come un branco di sciacalli, si sono accaniti solo contro i vecchi parlamentari. I tagli più importanti li abbiamo subiti noi ultrasettantacinquenni. Conosco colleghi di quasi 100 anni, altri negli ospizi o assistiti a casa da infermiere o badanti… Ecco, agli ex parlamentari hanno tagliato il vitalizio anche del settanta/ottanta per cento, come nel mio caso. Per loro, invece, compensi e privilegi sono rimasti invariati. Ma non finisce mica qui. Un’altra cosa hanno fatto a senso unico. Per il loro futuro hanno stabilito che per ogni legislatura riceveranno 950 euro mensili di vitalizio (cambierà solo il nome…). Nel mio caso sarebbero 2.900 euro. Per i vecchi parlamentari, invece, 950 euro è la cifra per tre mandati».

Diritti acquisiti

«Che poi – conclude Faenzi – se proprio volevano tagliare e risparmiare, per ridurre l’incidenza dei vitalizi c’era una via maestra: bastava ridurre le indennità dei parlamentari in carica, visto che proprio a queste sono collegati, anche percentualmente, i vitalizi degli ex onorevoli». Faenzi lamenta il fatto che i vecchi parlamentari come lui, anche quando andavano in quiescenza, continuavano a lavorare per i partiti, in modo volontario, gratis, proprio in forza del vitalizio. «Questi ogni giorno mettono in discussione la Costituzione, la giurisprudenza, cancellano diritti acquisiti, trenta o quaranta anni fa. Distinguono tra noi, 1.800 persone che hanno fatto vita parlamentare per anni, dagli altri 60 milioni di italiani. Io e altri faremo battaglia con la nostra associazione, perché questa non è democrazia». —



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