Il Tirreno

Livorno

«Che beffa a Ciampi» Macchi sfida il M5s: dibattito con Galigani

«Che beffa a Ciampi» Macchi sfida il M5s: dibattito con Galigani

L’esponente del Comitato risorgimentale invita il capogruppo a un «confronto pubblico quando e dove vuole lui»

14 novembre 2017
2 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO. «Rispetto al ritiro della delibera sulla Rotonda intitolata a Carlo Azeglio Ciampi comprendo il disagio del sindaco, non certamente provocato dal sindaco fiorentino Nardella, in quanto lui e le persone ragionevoli (la giunta), avevano pensato una cosa giusta». Parte da qui Marzino Macchi, esponente di punta del Comitato livorneseper la promozione dei valori risorgimentali, per lanciare, a titolo personale, il guanto di sfida non tanto al sindaco pentastellato quanto al leader della pattuglia M5s che ne ha impallinato l’iniziale intenzione: il riferimento è esplicitamente a Marco Galigani.

Macchi rimprovera semmai al sindaco di esser stato costretto a «doversi arrampicare sugli specchi con l’ossimoro: per onorare Ciampi, come scrive lui, non lo onoriamo affatto!”

Ma, in una lettera aperta, come detto, in nome della «mia indignazione di amante della nostra faticosa storia per l’Unità nazionale, la Repubblica e la Costituzione democratica», se la prende con «il vessillifero anti-ciampiano Marco Galigani, probabile ricattatore della maggioranza: “o come dico io o casca la giunta”».

Secondo Macchi «il consigliere Galigani è probabile portatore del nuovo che in questo caso è barbarie storica e civile». È sulla base di tale giudizio che Macchi sottolinea come «questo rinnovamento alla rovescia (l’anti-Ciampi) non è il solo caso, ne esistono altri». Tutto questo per prendere la ricorsa per la sfida: «Io sfido Galigani a un pubblico dibattito davanti ai livornesi e ai democratici sulla nostra storia per la libertà e la democrazia». Poi però aggiunge: «Anche se dubito che accetti».

Chissà se l’esponente del gruppo consiliare – che attualmente è capogruppo M5s e ha la responsabilità della guida della commissione politiche sociali – accetterà il confronto pubblico richiesto da Macchi. Nel frattempo, quest’ultimo fa sapere di esser «disponibile quando e dove vuole lui» e di accettare che possa «farsi anche accompagnare da persona più preparata». Macchi tiene a sottolinea di porre solo poche condizioni: la prima è che la sfida sia moderata da «un coordinatore super partes non militante politico», che si svolga in un «ambiente capiente» e che siano previsti «tempi uguali e concordati per entrambi». Cosa deve fare Galigani per dire se accetta la sfida? Dirlo pubblicamente al Tirreno.

Nei giorni scorsi il Comitato risorgimentale, che in passato aveva consegnato a Ciampi la propria più malta onorificenza (Bartelloni d’Oro), per bocca del presidente Luigi Donolo era sceso in campo per dire che «come livornesi e come italiani siamo orgogliosi di avere avuto un presidente della Repubblica che si è impegnato nella difesa della costituzione legata alla formula risorgimento-resistenza-costituzione».

Primo piano
La tragedia

Castelfiorentino, auto contro un albero: la vittima è Daniele Petrucci, imprenditore e dirigente della Pielle di Livorno