Il Tirreno

Livorno

Inchiesta choc, Daveti ha chiesto i domiciliari

Inchiesta choc, Daveti ha chiesto i domiciliari

Per la prossima settimana è attesa la decisione del Gip Nuovo viceprefetto dell’Elba è Salvatore Parascandola  

10 giugno 2018
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LIVORNO. L’avvocato Claudio Altini, difensore del viceprefetto Giovanni Daveti, ha depositato ieri mattina l’istanza per chiedere gli arresti domiciliari per il suo assistito. È quanto comunica al Tirreno lo stesso legale, che ieri mattina ha incontrato Daveti nella casa circondariale delle Sughere, dove si trova recluso dal 31 maggio scorso, dopo che gli uomini della Guardia di Finanza lo hanno prelevato dall’appartamento di servizio nella sede della viceprefettura di Portoferraio.

«Daveti è abbastanza sereno – racconta l’avvocato Altini – la linea non cambia. Il viceprefetto vuole dimostrare l’infondatezza delle accuse e contestare ogni addebito a lui rivolto».

Il primo banco di prova della strategia difensiva è, dunque, la richiesta di attenuazione della misura cautelare. Sarà il giudice delle indagini preliminari a decidere se concedere o meno a Daveti gli arresti domiciliari: la decisione dovrà essere presa la prossima settimana, comunque entro cinque giorni dalla presentazione dell’istanza. Ma è chiaro come, dopo una decina di giorni dall’arresto, il quadro accusatorio nei confronti del funzionario governativo resti particolarmente pesante. Domenica scorsa Daveti è stato sentito per oltre due ore nel corso dell’interrogatorio di garanzia e ha risposto punto su punto alle domande del giudice per le indagini preliminari Marco Sacquegna e del procuratore capo Ettore Squillace Greco.

L’ormai ex viceprefetto dell’Elba (il suo incarico sarebbe scaduto il giorno stesso dell’arresto), assieme a Giuseppe Belfiore, secondo gli inquirenti personaggio affiliato a una cosca di ’ndrangheta attiva in Piemonte, sarebbe per la Procura a capo di una associazione per delinquere con base a Livorno, specializzata in frode fiscali, truffe relative al pagamento delle accise sugli alcolici, contrabbando di tabacchi esteri. Non solo. Avrebbe ordinato materiale esplosivo, in tutto quattro cariche per un chilo di materiale per danneggiare l’auto dell’imprenditore di San Vincenzo Nicola Calderini, che gli avrebbe fatto un torto di natura immobiliare. Le indagini sul viceprefetto, inoltre, non sono ancora terminate e potrebbero estendersi ai campi dei rifiuti, falsificazione di dati bancari e banconote false. Un’inchiesta ampia che per varie ragioni continua a tenere con il fiato sospeso anche l’Elba.

Intanto, la Prefettura di Livorno è corsa subito ai ripari per non lasciare vacante l’ufficio distaccato dell’Elba: è Salvatore Parascandola, infatti, il nuovo viceprefetto reggente dell’ufficio sull’isola. Il dirigente del governo prende il posto dello stesso Daveti, arrestato poche ore prima della cessazione del suo incarico elbano. Parascandola gestirà gli affari dell’Elba fino al 4 giugno del 2019, come si legge nel decreto di nomina firmato dalla prefetta Anna Maria Manzone, ed avrà il compito non semplice di guidare gli uffici istituzionali di viale Elba in una fase delicata, con il personale ancora scosso per quanto accaduto solo pochi giorni fa, quando Daveti è stato prelevato dagli uomini della Guardia di Finanza direttamente dall’appartamento di servizio di Portoferraio. Parascandola, del resto, è un dirigente della Prefettura che ha già in passato più volte incrociato il suo passo con l’isola d’Elba. Cinquantotto anni, fino al 4 giugno scorso ha ricoperto il ruolo di dirigente di Area II, con delega al raccordo con gli enti locali, consultazioni elettorali per la Prefettura.

Luca Centini

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