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Il gruppo M5S alla Lega: il vostro cambiamento un ritorno al Medioevo

Juna Goti

Alleati a Roma, separati in casa: è scontro aperto tra i consiglieri pentastellati e il Carroccio livornese

27 settembre 2018
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LIVORNO

Basterebbe il titolo scelto dagli stessi consiglieri comunali a 5 Stelle per la nota lanciata all’indomani delle interviste pubblicate dal Tirreno ai vertici della Lega su ius soli e amministrazione Nogarin: «Il cambiamento della Lega è un ritorno al Medioevo». Basterebbero queste parole per raccontare i pentastellati e i leghisti. Alleati a Roma e separati in casa, a Livorno. Dove tra otto mesi si torna a votare per decidere il sindaco.

Pochi giorni fa la responsabile del Carroccio in materia di sicurezza, Costanza Vaccaro, parlando dello ius soli in salsa labronica ha dichiarato che Filippo Nogarin & co distribuiscono «medaglie di cartone solo per strizzare l’occhio agli elettori di sinistra» e che quelli della giunta M5s sono stati «quattro anni di fallimenti».

«Il cambiamento di per sé non è né buono né cattivo, ma può essere sia buono che cattivo e a Livorno Lega e M5S sono le due facce del cambiamento», scrive oggi il gruppo pentastellato. Attraverso il portavoce Marco Galigani rivendica che «invece di parlare alla pancia dei cittadini, assecondando alcuni “malcostumi” e alimentandone le paure, il Movimento 5 Stelle a Livorno ha provato a cambiare davvero le cose». «Per prima cosa» viene citata la «gestione delle partecipate»: Aamps, Spil, FarmaLi. Insieme a un «cambiamento fatto anche di tante piccole cose: dall’installazione delle docce gratuite nelle spiagge al potenziamento dei mezzi pubblici, dalla diffusione capillare del wifi ai progetti di rilancio del Mercato centrale». «Sono nati nuovi musei, centri di ricerca, festival, rassegne teatrali che hanno fatto innamorare i livornesi», rivendicano i consiglieri: «È stata avviata una lotta senza quartiere contro il proliferare di sale slot e minimarket che vendono alcol a prezzi stracciati, è stato scongiurato lo scempio a Montenero» (il riferimento è al progetto del nuovo ospedale, mentre il vecchio sul viale Alfieri aspetta ancora di essere ristrutturato o reinventato).

L’unico cenno di autocritica arriva quando viene detto che «certo, ci sono stati degli errori, che però ascoltando i cittadini stiamo cercando di correggere».

Ma ecco lo scontro plateale con la Lega di casa, dopo i mille tentativi di smarcamento dal contratto nazionale con la destra già fatti dal sindaco e dalla sua squadra: «l’idea di cambiamento della Lega» è «un concentrato di slogan che agisce sulle paure, le alimenta e punta a cancellare le più elementari conquiste civili: dall’aborto alle unioni omosessuali, dal diritto per un bimbo nato a Livorno di considerarsi livornese a quello di un cittadino in difficoltà di poter sperare in un alloggio popolare». «Una ricetta – scrivono dal gruppo – che finirebbe per scatenare una guerra tra poveri, che farebbe sprofondare la nostra città in un Medioevo oscuro. Ecco perché noi saremo l’argine contro questo finto cambiamento». A Livorno, non a Roma. —



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