Il Tirreno

Livorno

Mafia a Massa, da truffatore a vittima di estorsioni: bancario livornese indagato

Federico Lazzotti
Mafia a Massa, da truffatore a vittima di estorsioni: bancario livornese indagato

Livorno, Luca Terreni, 51 anni, è considerato dagli inquirenti la figura chiave della presunta associazione scoperta dai carabinieri 

16 novembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





LIVORNO.Da complice delle truffe, a vittima delle estorsioni. C’è un bancario livornese al centro della maxi inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Genova sulla presunta associazione per delinquere scoperta a Massa. È quanto emerge dall’ordinanza di custodia cautelare eseguita ieri mattina e che ha portato all’arresto di sette persone. Luca Terreni, 51 anni, oggi direttore della filiale del Monte dei Paschi di Siena di Pisa, fino a qualche tempo fa lavorava proprio a Massa e risulta indagato con l’accusa di far parte del sodalizio per quello che riguarda i raggiri.

Le indagini sono partite nel 2017 dopo la denuncia di un imprenditore che aveva subito minacce e ricatti dopo che aveva acquistato all’asta l’immobile di una amica del gruppo. Dalle indagini è emerso anche che il gruppo aveva messo in piedi una serie di truffe coinvolgendo il direttore di una filiale del Mps di Massa. Il funzionario – secondo l’accusa – faceva avere piccoli prestiti alle persone presentate dai vertici del sodalizio che usavano falsi documenti di identità per poi non restituire nulla alla banca.

[[atex:gelocal:il-tirreno:regione:toscana:1.17468261:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.iltirreno.it/toscana/2018/11/16/news/minacce-prestiti-stampa-di-soldi-falsi-le-mani-della-mafia-su-massa-e-versilia-1.17468261]]

Da complice, però, il direttore si è trasformato però in vittima: gli arrestati, infatti, gli hanno fatto credere che quelle persone lo avrebbero denunciato per truffa e che per metterli a tacere doveva pagarli. È così che Terreni, terrorizzato dalle possibili conseguenze, avrebbe versato – secondo gli investigatori – in un anno quasi 100 mila euro. Nell’ordinanza vengono raccontati diversi episodi che vedono come protagonista il funzionario livornese. Il più inquietante riguarda una messa in scena «alla Mario Merola», organizzata Il 28 febbraio scorso in un bar di Massa, all’interno della Galleria “Da Vinci”, nelle immediate vicinanze della sede della società (degli indagati).

L’incontro veniva opportunamente monitorato e ripreso fotograficamente dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Massa. «Tale appuntamento – si legge – era finalizzato a convincere, ancora una volta, Terreni riguardo alla concreta possibilità che qualche correntista della Banca Monte dei Paschi di Siena (danneggiato da operazioni finanziarie illecite effettuate dal funzionario all’insaputa dei correntisti) avesse manifestato l’intenzione di denunciarlo».

Così Carmine Romano e Massimo Di Stefano, al vertici dell’organizzazione, per rendere maggiormente credibile agli occhi del Terreni questo pericolo, tentavano di organizzare, riuscendovi solo in parte, una vera e propria sceneggiata. In particolare, un attore avrebbe dovuto partecipare all’incontro simulando di essere tale “Gaglio” e di volere indietro il proprio denaro. Un incontro talmente realistico che si è concluso con il funzionario in lacrime per la paura di essere denunciato.

Primo piano
L’assemblea degli azionisti

Toscana Aeroporti, nuovo cda tra conferme e new entry

di Valentina Landucci