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Brasile, falsa partenza contro la Svizzera: non è il vero Neymar

di Pietro Oleotto
Brasile, falsa partenza contro la Svizzera: non è il vero Neymar

In vantaggio con Coutinho, la Seleçao si fa raggiungere da Zuber Il giocatore del Psg, ingabbiato, si innervosisce e non incide mai

18 giugno 2018
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Pari con la Svizzera. Diligente, ben disposta in campo da Petkovic, ma pur sempre la Svizzera. Nel Mondiale dei flop, il Brasile si accomoda in seconda fila, al fianco dell’Argentina: nel gran premio di Russia in pole c’è l’inarrivabile Germania, campione in carica, castigata dal Messico, ma nella giornata delle sorprese (negative) c’è anche la Seleçao, incapace di mettere in vetrina il suo gioiello, il senhor 200 milioni, al secolo Neymar da Silva Santos Júnior. Così succede che al termine della prima giornata il gruppo E si ritrova con la Serbia di Milinkovic Savic capolista e un futuro davvero nebuloso in fatto di pronostici, considerando che i rossocrociati visti all’opera ieri sono una nazionale di tutto rispetto, per compattezza e spirito agonistico, e che lo stesso si può dire della Costa Rica, squadra rivelazione della scorsa edizione del Mondiale, quello brasiliano, come ricordano bene gli azzurri. Inutile dire che il prossimo round – con i verdeoro impegnati proprio contro la Costa Rica – sarà illuminante.

La nazionale di Tite, tuttavia, dovrà mettersi un vestito diverso, un po’ quello che si chiede in queste ore in Argentina a Sampaoli. Willian piazzato largo a destra, nel tridente alle spalle di un’unica punta (prima l’acerbo Gabriel Jesus, poi il più consistente Firmino), sembra impalpabile, forse sarebbe stato meglio pescare nel “sacco” del tesoro brasiliano quel Douglas Costa che è un esterno di ruolo, capace di saltare l’uomo e poi smazzare il pallone al centro, a uno dei centrocampisti pronti all’inserimento.

Dovrebbe funzionare così il 4-2-3-1 della Seleçao. Invece il modulo fantasia è diventato un esercizio prevedibile ieri, anche perché Neymar non ha incantato. Qualche guizzo sul fronte sinistro e tante “musate” del campione del Psg contro il muro svizzero, eretto in quella zona del campo da Behrami, giocatore dell’Udinese, vecchia conoscenza del campionato italiano che da quelle parti, in fase di interdizione, è sempre stato un osso duro. Per 70’, fino al momento della sostituzione, dettata a Petkovic dal pericolo di una doppia ammonizione, O’Ney ha inciso poco o nulla.

Ingabbiato, nervoso, ha lasciato a Coutinho il compito di trascinare il Brasile: il fantasista che lo ha sostituito al Barcellona ha risposto con il super gol del vantaggio nel primo tempo (tiro “a giro” dalla sinistra per baciare il palo e segnare), ma poi si è spento nella ripresa quanto la Svizzera ha pareggiato con Zuber, scaltro nello sbilanciare l’interista Miranda al momento dello stacco, su un calcio d’angolo. Uno a uno fino al triplice fischio finale, perché Neymar non è quello vero e il Brasile così non fa paura. Tite prenda nota.

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