Il Tirreno

Lucca

dopo il taglio dei fondi per le periferie 

Vertenza legale o ricorso al Tar Il Comune contro il governo

Barbara Antoni
Vertenza legale o ricorso al Tar Il Comune contro il governo

Palazzo Orsetti dovrà pagare lo stesso la progettazione: un milione di euro Lemucchi: «Con le nostre forze faremo il centro civico a San Vito e le ciclopiste»

27 settembre 2018
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LUCCA

Il governo licenzia il decreto Milleproroghe e i soldi per il recupero delle periferie svaniscono: il Comune di Lucca si prepara alla battaglia legale, che potrà essere su due fronti.

Il primo è «la vertenza al governo. Stiamo vagliando questa ipotesi», annuncia il sindaco Alessandro Tambellini. Un’azione sulla scorta dell’iniziativa già presa in questo senso dal Comune di Reggio Emilia, per il quale il venir meno dei finanziamenti del bando periferie ha di fatto cancellato un esborso da 18 milioni per il recupero del quartiere storico di Santa Croce. A Lucca, il taglio dei sedici milioni che l’amministrazione comunale si era aggiudicata partecipando al bando significherà la cancellazione dei progetti di recupero per San Vito e San Concordio. Seppure con progetti esecutivi già pronti, ai quali, come spiega il vicesindaco Giovanni Lemucchi, delega ai quartieri social, «hanno dovuto lavorare anche d’agosto i progettisti incaricati (attraverso Erp, ndr) e gli uffici interessati per rispettare i tempi di presentazione».

Circa seicentomila i costi delle parcelle, ma in tutto la spesa per la progettazione si aggirerà (e il Comune la dovrà pagare ugualmente) intorno a un milione di euro.

«È notizia di questa mattina (ieri, per chi legge, ndr) - spiega Lemucchi - che l’Anci attraverso il suo presidente Antonio Decaro ha dichiarato che farà ricorso al Tar contro il governo e poi alla Corte Costituzionale. C’era un contratto tra i Comuni e il governo sul bando: il governo non può disattenderlo»: è questo il secondo fronte della battaglia legale.

«Lotteremo in tutti i modi - aggiunge Tambellini -. Oltre che mettere in discussione i soldi, ci sono i rapporti istituzionali che saltano. Se la cosa è definitiva così, allora in Italia tutti possono fare come vogliono».

Un margine di probabilità che i fondi possano essere recuperati c’è, e prima di partire con vertenze e ricorsi al Tar, si aspetterà ancora un poco di tempo: una “concessione” al premier Giuseppe Conte, che a inizio settembre si era impegnato con il presidente di Anci dichiarando che con un emendamento al Milleproroghe avrebbe permesso ai Comuni assegnatari dei fondi del bando periferie - quelli che avevano già predisposto i progetti esecutivi per le opere da realizzare - di recuperare quelle risorse. «Il decreto annunciato da Conte doveva arrivare entro il 21 settembre - aggiunge Tambellini -. Ma non si è visto niente. Aspetteremo ancora qualche giorno prima di prendere i debiti provvedimenti».

Sulla possibilità del Comune di farsi carico dei progetti di recupero di San Vito (case popolari e nuovo centro civico nell’ex distretto sanitario, oltre alla riqualificazione delle piazze) e di San Concordio (l’area ex Gesam o “Steccone”), Lemucchi è chiaro: «Se i fondi andranno in fumo, è nostra intenzione portare avanti lo stesso, e con grandi sacrifici, progetti come quello del centro civico e le piste ciclabili a San Vito. Quanto allo Steccone a San Concordio e al recupero delle piazze di San Vito, non possiamo fare questi lavori non le nostre forze. Ad ogni modo prima di poterci esprimere in modo definitivo dovremo avere il quadro preciso della situazione e analizzarla a bocce ferme». —

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