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Famiglie, disagio, violenza «La Chiesa collabori con noi»

BARBARA ANTONI
Famiglie, disagio, violenza «La Chiesa collabori con noi»

L’invito del centro Luna e del Club La Bohème, fondato dal soprano Silvana Froli ideatrice anche della tavola rotonda “Il dialogo come via d’uscita” del il 7 ottobre

03 ottobre 2018
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LUCCA

Fa leva sul dialogo, sull’ascolto da parte di quanti più interlocutori privilegiati la prima tavola rotonda (“Il dialogo come via d’uscita”) organizzata dall’associazione Club La Bohème fondata dal soprano lucchese Silvana Froli. Si svolgerà domenica 7 ottobre, alle 17, nel sotterraneo del baluardo San Paolino, nella sala dedicata, un anno fa, a Vania Vannucchi, l’infermiera di 47 anni uccisa barbaramente il 2 agosto del 2016 da un uomo che non accettava il suo rifiuto.

Un progetto pensato nei minimi particolari, nel quale Silvana Froli ha coinvolto in primo luogo il Centro Antiviolenza Luna presieduto da Daniela Caselli. La formula è innovativa: l’arte (la lirica in questo caso) che si sposa con il sociale, che gli fa da volano. «Cerchiamo con questo primo incontro, cui ne seguiranno altri nello stesso luogo, di fare il massimo della comunicazione per le famiglie in cui si vive un disagio - spiega il soprano -. Nell’opera lirica, nella Traviata, ma anche in molte opere di Puccini, il riferimento al rapporto tra uomo e donna è forte». Il dibattito, che sarà alternato da arie e duetti del panorama lirico internazionale, vuole aiutare a far emergere situazioni di disagio nelle famiglie. Per questo, spiega Tiziana Criscuoli, farmacista e direttrice artistica del Club La Bohème, «abbiamo voluto coinvolgere figure diverse dal solito. Come i farmacisti: quante volte le persone vengono al banco per sfogarsi».

Figure “insolite” in contesti del genere come gli esponenti della Chiesa, che domenica alla tavola rotonda sarà rappresentata da don Lucio Malanca, parroco del centro storico; ma anche come i pediatri, i dirigenti scolastici. «La collaborazione con gli organismi della Chiesa è molto importante - sottolinea Daniela Caselli -. Il centro antiviolenza veniva visto dalla Chiesa come un covo di femministe che sfasciano le famiglie, le operatrici come streghe. Il parroco ha un ruolo fondamentale: spesso le donne vanno da lui per confidarsi. Dire loro “sopporta” se raccontano una violenza non va bene; occorre, per i parroci, riconoscere dove c’è violenza e intervenire, rivolgendosi alle persone preparate. La Chiesa può fare tantissimo: desideriamo molto collaborare con questa istituzione». «Il parroco è una figura di riferimento, a cui anche i giovani continuano a rivolgersi dopo averlo conosciuto al catechismo - aggiunge Sara Tomei, flautista e figlia di Silvana Froli, che collaborerà alla parte musicale delle tavole rotonde oltre che starle al fianco in questo impegno contro la violenza sulle donne.

Dopo la tavola rotonda, insieme al centro Luna e con il nullaosta del provveditorato, l’associazione proporrà agli alunni delle scuole medie e superiori un questionario - poche domande, ma incisive - su come vedono il rapporto tra uomo e donna. —

BARBARA ANTONI

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