Il Tirreno

Lucca

La replica alle accuse di Fabio Barsanti 

Le accuse di CasaPound, il dovere di informare e il dna antifascista

17 febbraio 2019
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il punto

Da qualche giorno Il Tirreno viene attaccato dal consigliere comunale di CasaPound Fabio Barsanti per una presunta censura nei confronti della forza politica di estrema destra.

Una campagna portata avanti sui social network che ha generato commenti di terze persone che in alcuni casi travalicano il diritto di critica e che saranno oggetto di valutazione per eventuali azioni a tutela del giornale.

Circa le critiche di Barsanti chiariamo innanzitutto che il compito di un giornale non è di fare da megafono ad alcuna formazione politica, ma di fornire notizie ai propri lettori.

La valutazione sullo spazio da riservare ai comunicati è esclusiva responsabilità della redazione: questo vale per tutte le formazioni politiche, CasaPound inclusa, così come per ogni altro soggetto, pubblico o privato, si relazioni con il giornale. Si tratta di un diritto che va di pari passo con quello dei lettori di essere informati (anche delle attività istituzionali dei consiglieri comunali), ma che non può prescindere da altre considerazioni.

Fra queste ultime quella che CasaPound è, come già ricordato, un movimento con posizioni di estrema destra, i cui militanti non esitano a definirsi “Fascisti del terzo millennio” – anche se il leader Gianluca Iannone, nel 2016, spiegò che a loro piace essere chiamati “fascisti, il terzo millennio si può pure accantonare”.

Elementi che non si possono conciliare con il dna antifascista di un giornale come Il Tirreno. Si tratta di un atto di chiarezza soprattutto per la comunità dei nostri lettori, ma anche di una città come Lucca che, pur con le sue tante sfaccettature e con l’alternanza politica degli ultimi decenni, ha sempre saputo declinare i concetti di solidarietà e impegno civile, contro ogni forma di violenza e intolleranza. —

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