Il Tirreno

Muore a 59 anni operaio e allenatore: stava per andare in pensione

Mister Fabrizio Mancini
Mister Fabrizio Mancini

Una passione incredibile per il calcio, grande cordoglio per la morte di Fabrizio Mancini, "Mancinone", amato da tutti

12 marzo 2018
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PALLERONE. Conosciutissimo e benvoluto da tutti, se n’è andato, all’età di 59 anni, Fabrizio Mancini detto Mancinone, da sempre operaio in forza al Comune di Aulla. La sua figura imponente non ha resistito alle complicazioni che se lo sono portato via all’ospedale di Livorno, dove era stato trasferito da Pontremoli.

Oltre ad essere conosciuto e apprezzato per il suo lavoro di operaio comunale e per le sue doti umane, Mancinone era stimato e apprezzato anche per il suo hobby preferito, quello del calcio: infatti, era attualmente allenatore del Monzone, ma in passato, aveva guidato delle compagini anche fuori della Lunigiana e giocato, in precedenza, a calcio in diverse squadre; tra le sue formazioni anche il Bedonia in provincia di Parma: a Monti aveva vinto campionato di seconda, era stato per anni a Terrarossa, Palleronese e da quest'anno al Monzone, per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute era stato sostituito in panchina nelle ultime partite da Christian Montani. Anche il sindaco di Aulla Roberto Valettini ha espresso il suo cordoglio e sulla pagina facebook del Comune, il simbolo è da ieri listato a lutto.

Fabrizio Mancini non ha fatto in tempo a godersi la meritata pensione, della quale avrebbe iniziato a beneficiare il 31 di marzo prossimo, dopo decenni di lavoro al servizio del Comune. Lascia la moglie Daniela e la figlia Martina, alle quali si è stretta tutta Pallerone e idealmente tutta la Lunigiana.

Fabrizio era anche un personaggio attivo della comunità e partecipava a rievocazioni storiche. Molti i ricordi su Facebook, e tutti ne sottolineano la straordinaria umanità. In una nota, Rifondazione comunista di Pallerone esprime vicinanza alla famiglia e in particolare al fratello Paolo, che era stato segretario di Rc.

Il ricordo di Andreino Fabiani. Questo invece il toccante ricordo di Andreino Fabiani, presidente del Monzone: «Il nostro allenatore ci ha lasciato. Fabrizio Mancini si era preso a cuore le sorti del Monzone con l’entusiasmo di un giovane che guida una squadra per la prima volta, lui navigato condottiero di numerose formazioni e protagonista di innumerevoli “battaglie“ calcistiche, anche come giocatore. La scorsa estate, ormai alla vigilia dell’iscrizione al campionato, era riuscito a infondere in tutti noi dirigenti, con una sorprendente calma ragionata, la speranza, meglio la certezza che saremmo stati in grado di allestire una buona formazione. Col suo lavoro puntuale e competente aveva mantenuto la promessa, guadagnandosi la stima e la fiducia di tutti, ma piaceva anche il suo modo di rapportarsi ai giocatori, basato sulla chiarezza e sulla sincerità. Il cuore di tutti, dirigenti, giocatori, tifosi, è pieno di un profondo dolore e di rimpianto per quello che poteva essere ed è stato interrotto. Nel nostro ricordo rimarrà sempre. Ora non possiamo che esprimere la nostra vicinanza alla moglie Daniela e alla figlia Martina e a tutti i suoi famigliari. Grazie, Fabrizio, per quanto ci hai dato».

(g.u.-b.f.)
 

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