Il Tirreno

Primarie, il Pd dice sì alle condizioni di Volpi

 Primarie, il Pd dice sì alle condizioni di Volpi

Un documento pro sindaco, ma nella coalizione c’è ancora maretta

07 aprile 2018
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MASSA. Il finale di partita è vicino, ma non ancora scritto. La notte scorsa, dopo un interminabile e tempestoso supplemento di assemblea (finito alle 2,30 e segnato, raccontano i protagonisti, da grida, tensioni e duri faccia a faccia), il Pd è arrivato a un punto di svolta. Tutto a favore del sindaco Alessandro Volpi. L’assemblea ha cioè approvato un documento in cui sono riportate tutte le “condizioni” che il sindaco aveva posto per accettare di partecipare alle primarie. Il documento, approvato con un solo voto contrario, di Giuliano Minuto (ex 28 Aprile), e l’astensione di Alberto Giuntini, recita così:

“Il Partito democratico propone la sottoscrizione di una carta etica ai candidati. La carta etica dovrà contenere:

1 - La sottoscrizione del documento politico condiviso dalle forze politiche del centrosinistra.

2 - L’impegno di dare atto del ruolo proficuo svolto dall’amministrazione uscente e degli obiettivi conseguiti; e (l’impegno) a focalizzare la campagna elettorale sulle proposte future per la città.

3 - Riconoscono l’utilità e la bontà del Regolamento urbanistico in discussione in consiglio comunale, da approvare in via definitiva entro la fine del mese di aprile 2018.

4 - Si impegnano in maniera leale a sostenere il candidato che vincerà le primarie”.

Il testo, è evidente, accoglie quel che Volpi da tempo chiedeva: il riconoscimento che la sua amministrazione ha fatto bene, che è da lì che bisogna ripartire. E che, soprattutto, il “vietnam” sul Regolamento urbanistico deve cessare per arrivare a un rapida approvazione dello “strumento”. È altrettanto evidente, però, che è ben poco digeribile per gli Arancioni e per le altre componenti più critiche nei confronti dell’amministrazione Volpi. «È un documento per escludere Menchini», dice qualcuno uscendo dall’assemblea. E in effetti pare ben difficile che l’avvocato-candidato, che sulla discontinuità con il passato e sulla necessità di cambiare radicalmente passo (vedi anche articolo sotto), nonchè sulla critica al Regolamento, ha impostato la sua campagna pre-elettorale, possa sottoscriverlo.

Non a caso il sindaco Volpi fa mostra di soddisfazione: «Colgo uno sforzo importante del Partito democratico per trasformare le primarie da una redde rationem che avrebbe portato alla balcanizzazione del partito, a un confronto che si basa su una cornice programmatica condivisa, che non può che partire dal riconoscimento di quanto l’amministrazione ha fatto in questi cinque anni. Uno sforzo che contribuisce anche ad allargare l’alleanza di centrosinistra». Insomma, per il sindaco quel documento è la strada giusta per ricomporre la frattura e per accettare la sua partecipazione alle primarie.

La partita, tuttavia, non è chiusa. Anzi. Fabrizio Brizzi degli Arancioni dice che quel documento cambierà: «Ci sono le condizioni per superare il testo approvato dal Pd. Noi chiederemo modifiche sul giudizio del “ruolo proficuo” dell’amministrazione uscente e chiederemo di inserire un passaggio sulla utilità della discussione sulle modifiche al Regolamento urbanistico, per esempio». E così dicendo Brizzi, già indica quale sarà il finale di partita. O meglio i finali possibili. Che sono due: il Pd – prima ipotesi – tiene ferma la posizione raggiunta la notte scorsa e a quel punto Sergio Menchini corre da solo e con lui, probabilmente, gli Arancioni. I Dem – seconda ipotesi – fanno marcia indietro, accolgono modifiche nel senso auspicato da Brizzi e, a quel punto, è Alessandro Volpi che dice no e si chiama fuori, assieme a Leu, Sinistra Italiana e altri spezzoni.

Intanto, anche ieri mattina il consiglio comunale sul Regolamento è saltato: anche questo segno che l’accordo ancora non c’è.

Claudio Figaia

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