Il Tirreno

Massa-Carrara, il clan Cretu tiene la bocca chiusa

Massa-Carrara, il clan Cretu tiene la bocca chiusa

Gli indagati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al giudice. Ma intanto i clienti parlano

02 giugno 2018
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MASSA. Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere al giudice delle indagini preliminari i membri del clan Cretu arrestati una settimana fa dal nucleo investigativo dei carabinieri di Massa. Gli indagati (tredici si trovano agli arresti in carcere o ai domiciliari, mentre cinque non sono stati raggiunti dalla custodia cautelare perché all’estero). Gli interrogatori si sarebbero dovuti tenere con la formula della rogatoria, perché le casi circondariali scelte per la reclusione sono diverse (Massa, Lucca, La Spezia), e quindi i legali della difesa(tra gli altri gli avvocati Giuseppe Del Papa, Enzo Frediani e Giovanni Pellerano), hanno preferito prendere tempo. Anche per consultare tutte le carte dell’ordinanza.

Come detto sono diciotto le persone iscritte nel registro degli indagati, tutte appartenenti al clan Craiova, dal nome della città romena di provenienza. Eccoloe: Claudiu Toni Cretu, Dumitru Titi Cretu, Ana Maria Cretu, Claudiu Andrej Anusca, Andrada Maria Golu, Costinel Narcis Totilca, Marius Barbosu, Totilca Miora Cretu, ionut Cosmin Cretu, Ionut Erico Nica, Laura Irina Sfetculuscu, Adriana Florentina Guinea, Alexandru Ionut Olaru, Delia Georgiana Barbosu, Dumitru Masica, Marian Irinel Vinca, George Cristian Cobzarencu, Viorel Mihail. Tante le prove raccolte dagli inquirenti. Tra le accuse contestate, oltre al favoreggiamento e allo sfruttamento della prostituzione, violenze, pestaggi, furti notturni in appartamenti ed esercizi commerciali.

Intanto continuano a tremare, i clienti delle lucciole del clan Cretu. I carabinieri alcuni li hanno già sentiti dopo che sono andati in casa delle ragazze o sul Lungomare di Ponente a contrattare. I militari hanno atteso che consumassero il rapporto e poi li hanno convocati in caserma facendosi spiegare dove si trovavano le alcove oppure quanto avevano pagato la ragazza che avevano fatto salire in macchina sul viale. Ma ne sentiranno degli altri perché gli inquirenti durante la perquisizione a Capanne hanno trovato il registro della contabilità delle case di Marina. E lì ci sono i nomi dei più assidui. C’è l’imprenditore spezzino che ha pagato 450 euro per una notte intera o il libero professionista massese che di euro ne ha spesi duecento per un rapporto non protetto. Questi due verranno chiamati presto in caserma perché la loro testimonianza sarà determinante.

Ci sono poi i pestaggi fatti dai boss del clan, quello di sanguinoso nei confronti di un turista bergamasco che solo per aver scambiato una battuta con una lucciola, importunandola, è stato preso a pugni e a calci. Ha rischiato di perdere un occhio e ha avuto una prognosi di 180 giorni. In questo caso una telecamera di videosorveglianza ha ripreso l’inizio del pestaggio. In un’altra occasione invece ad avere la peggio era stato un cittadino marocchino che si era visto anche rubare la bicicletta.

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