Il Tirreno

Don Euro: nessuno presenta querela e il processo così rischia di sgonfiarsi

Alessandra Vivoli
Don Euro: nessuno presenta querela e il processo così rischia di sgonfiarsi

A suo carico solo la denuncia dell’escort gay. Nessun atto dalla Cattolica Assicurazioni nei confronti del vescovo

28 settembre 2018
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MASSA

È clamoroso. Ma, carte alla mano, è proprio così: rischia di sgonfiarsi la vicenda processuale che vede protagonisti , con capi di imputazione diversa, il vescovo della dicoesi apuana, monsignor Giovanni Santucci e don Luca Morini ex parroco di Avenza, Fossonee Caniparola.

Il processo infatti è legato alle querele che, negli ultimi tre mesi avrebbero dovuto presentare le parti offese. Questo ad oggi non è avvenuto (anche per problemi di notifica) e quindi si procederà solo per i reati procedibili d’ufficio.


Ad oggi ad avere querelato don Luca Morini è stato soltanto l’escort gay Francesco Mangiacapra. Il reato di cui è accusato l’’ex parroco è “sostituzione di persona”.Le parti offese, circa una trentina, infatti sono state tutte individuate dalla Procura di Massa Carrara dopo due anni di indagine, attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali.

In sostanza sono stati raccolti elementi tali da cui sono state poi evidenziate ipotesi di reato: ma nessuna di queste parti offese, ad oggi, ha presentato querela contro l’allora parroco. Hanno parlato di quanto hanno subito da don Euro, sono state messe insieme cifre, soldi spesi, ma nessuna querela.

A questo punto don Morini dovrebbe rispondere solo dei reati procedibili d’ufficio: in sostanza il processo stesso sarebbe ridimensionato.Per andare a processo il vescovo di Massa Carrara e Pontremoli, Giovanni Santucci, dovrebbe essere querelato, per i reati di tentata truffa e appropriazione indebita, dala Cattolica Assicurazioni. Il vescovo Santucci, lo ricordiamo è coinvolto, seppur in maniera marginale, nella delicata inchiesta, nata dalle denunce di un escort, l’avvocato napoletano Francesco Mangiacapra.

Il vescovo fu rinviato a giudizio per i reati di tentata truffa ai danni della Cattolica Assicurazioni, su cui, secondo l’accusa, avrebbe fatto pressioni per aumentare il premio d’invalidità di don Euro e per il reato di appropriazione indebita, per aver prelevato dai fondi della Fondazione Pie Legati 1000 euro ed averli consegnati a Morini.

La procura aveva proceduto d’ufficio nei confronti del vescovo, ma l’ultimo decreto legge della riforma Orlando, aveva cambiato le carte in tavola. Per i reati contro la persona e contro il patrimonio, che si caratterizzano per il «modesto valore offensivo» si deve procedere a querela, non d’ufficio. Tra questi reati, appunto, alcuni tipi di truffa, la tentata truffa e l’appropriazione indebita.


I termini utili per presentare querela nei confronti di don Luca Morini e del vescovo Santucci scadono proprio in questi giorni. Ad oggi non ci sarebbero querele presentate nei loro confronti. Il processo rischia quindi di sgonfiarsi. —


 

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