Il Tirreno

Verso il processo 

L'escort gay si rivela: «Le mie dannate notti con don Euro»

Alessandra Vivoli
Un ritaglio dell'intervista a Francesco Mangiapietra rilasciata a Visto
Un ritaglio dell'intervista a Francesco Mangiapietra rilasciata a Visto

Intervista patinata gigolò napoletano Francesco Mangiacapra che ha fatto esplodere il caso, e in Rai si parla dello scandalo dell’ex prete

17 novembre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





CARRARA. È stato lui, l’avvocato gigolò napoletano Francesco Mangiacapra a far scoppiare il caso don Euro (al secolo Luca Morini). Lui a denunciare i comportamenti dell’ex parroco prima alla Curia e poi alla Procura.

Adesso, alla vigilia del processo che il 28 novembre prossimo vedrà sul banco degli imputati Luca Morini (imputato perché coinvolto marginalmente nella vicenda anche il vescovo Giovanni Santucci) Mangiacapra torna a parlare di don Euro in una lunga intervista rilasciata al settimanale “Visto” e a “Storie italiane” su Rai uno.

«Le mie dannate notti con il don». Una lunga intervista in cui Francesco Mangiacapra ripercorre il suo rapporto con l’allora parroco di Caniparola. Mangiacapra parla di grandi alberghi, regali, viaggi e cene di lusso. E punta il dito sulla doppiezza di quell’uomo che si presentava ai “ragazzi” come giudice, amico di Silvio Berlusconi, come chirurgo o come filantropo. A scoprire la vera identità di Luca Morini fu proprio Mangiacapra che un giorno lo richiamò al fisso da dove aveva ricevuto l’ultima chiama di don Euro: gli risposero dalla parrocchia.

La vicenda. Soldi e diamanti. Conti correnti, polizze sulla vita e preziosi. Nei mesi scorsi il tribunale di Genova ha confiscato all’ex sacerdote originario di Pontassieve un vero e proprio tesoretto. I giudici della sezione per le Misure di prevenzione del capoluogo ligure hanno accolto le richieste della Direzione distrettuale antimafia. Complessivamente sono stati confiscati 700mila euro, come aveva chiesto la pm della procura di Massa Alessandra Conforti. I diamanti erano custoditi a Milano nel caveau di una società di investimento. I giudici fin dall’estate avevano sequestrato il tesoretto del sacerdote a processo con l’accusa di truffa aggravata, riciclaggio, estorsione e spaccio di droga. Avevano chiesto all’ex parroco di spiegare la provenienza di quel denaro, ma da lui non sono arrivate risposte in grado di confutare i sospetti: cioè che don Euro travasasse le donazioni dei parrocchiani destinate ai poveri, per finanziare la sua dolce vita. Viaggi ed escort, festini a base di droga, hotel lussuosi e cene da gourmet.

Nelle motivazioni della confisca si è parlato anche delle minacce fatte al vescovo, Giovanni Santucci, a proposito di un presunto dossier su altri sacerdoti della medesima diocesi.

Primo piano
L’assemblea degli azionisti

Toscana Aeroporti, nuovo cda tra conferme e new entry

di Valentina Landucci