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Massa, aria di scissione in Forza Italia. Benedetti: bisogna cambiare

CAMILLA PALAGI
Il presidente del consiglio comunale di Massa, Stefano Benedetti
Il presidente del consiglio comunale di Massa, Stefano Benedetti

Il presidente del consiglio comunale chiede «più sovranismo» e lancia Domenico Piedimonte come volto nuovo del partito. Il coordinatore Matteo Mastrini frena: noi per una politica meno urlata

22 novembre 2018
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MASSA. Forza Italia si rinnova o forse si scinde, si spacca. Durante l’ultimo coordinamento provinciale del partito creato da Berlusconi, tra gli argomenti discussi c’è stato quello del tesseramento. La chiamata a raccolta di tutti i forzisti è stata formalmente ufficializzata, ma qualcuno non ha preso parte all’evento. Si tratta del presidente del consiglio comunale Stefano Benedetti e dei due consiglieri comunali di Fi, Sergio Bordigoni e Giovanbattista Ronchieri. Le voci si rincorrono e l’assenza della triade massese che, alla prima poteva apparire come segnale di un dissidio tutta locale, sembra invece rappresentare il possibile primo passo di una vera e propria scissione. Simile a quella che si prospetta dietro l’angolo sul piano nazionale, dove gli elettori di centro destra chiedono un movimento più compatto per poter garantire alla Lega “libertà” dall’alleanza con i Cinque Stelle. E che potrebbero trovarla nel progetto sovranista/conservatore di Giorgia Meloni che ha già ricevuto il sostegno di alcuni forzisti.

Ciò che è sicuro è che il vento del cambiamento che ha soffiato all ultime elezioni amministrative di Massa continua a “sbuffare”. E oltre a rendere le sfumature azzurre ormai quasi un ricordo nel presidente del consiglio, «Forza Italia è un partito vecchio», porta con sé un forte desiderio di rinnovamento.

«Siamo un gruppo di riformisti – dice Benedetti – e crediamo che il partito debba introitare i giovani. Serve una “Nuova Forza Italia”, un partito sovranista che non ceda alla deriva della Lega di Salvini». E non nasconde di avere in mente un nome per dare un volto alla nuova forza politica, quello di Domenico Piedimonte, con l’auspicio che i vertici di Fi aderiscano al progetto «senza dover passare da un congresso che porterebbe ad una spaccatura». «È una situazione anomala – dice Benedetti - non ci sono fratture ma c’è un particolare che visto dall’esterno potrebbe farle apparire tali. Condividiamo la nascita del movimento politico culturale della lista Persiani sindaco con il quale vorremmo lavorare in sintonia e partecipazione», spiega Benedetti, che sottolinea comunque di mantenere una salda alleanza con Jacopo Ferri, Deborah Bergamini e Matteo Mastrini.

Quest’ultimo, coordinatore provinciale di Fi e chiamato ad assumere il ruolo di collante in questi tempi di bufera: «Penso che Forza Italia si debba collocare all’interno di una coalizione. I rapporti di forza sono cambiati ma se non capiamo che il nostro elettorato non si riconosce altrove, ma si riconosce in una politica meno urlata e in un partito di governo, non vedo dove possiamo andare». Più Italia in Europa, il motto che Mastrini intende portare avanti per «coerenza» anche in vista delle prossime elezione europee: «vivo in una visione locale ma la nostra posizione nei confronti dell'Unione Europea è sempre stata critica ma non rigida. Il supporto all’Ue non deve essere messo in discussione. Ma per parlare di questo dovremo vedere i riflessi della manovra economica del governo. L’economia non è una scienza esatta e i riflessi che seguiranno la manovra saranno quelli che ci diranno se ha funzionato o no. Io credo che sia necessaria “più Italia in Europa”. E credo che urlarlo non serva a molto». —

CAMILLA PALAGI .

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