Il Tirreno

dopo il proscioglimento 

Caso don Euro, il vescovo sulla Procura: «Mi ha deluso. Sono stato infangato»

Caso don Euro, il vescovo sulla Procura: «Mi ha deluso. Sono stato infangato»

Monsignor Santucci: ho visto poca considerazione per la persona. Io continuerò a predicare il Vangelo come sempre

01 dicembre 2018
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Massa. Il vescovo Giovanni Santucci esce dal processo che lo vedeva coimputato con l’ex parroco Luca Morini (don Euro) e Emiliano Colombi. A carico del vescovo le ipotesi di reato contestate erano appropriazione indebita e frode ai danni dell’Assicurazione Cattolica. Entrambi i reati erano procedibili a querela e le querele non ci sono: il giudice Ermanno De Mattia ha quindi dichiarato l’improcedibilità.

Ed è dopo quella dichiarazione che vescovo e diocesi decidono di dire la loro: «Benché si tratti di decisione obbligata - si legge in una nota della diocesi- l’improcedibilità presuppone una importante constatazione: i soggetti che i capi di accusa definivano «vittime» dell’operato del Vescovo, hanno dimostrato di non aver mai creduto di essere state lese e, per questa ragione, non hanno ritenuto di richiedere alla giustizia di procedere contro la persona che non aveva fatto loro alcun male. È evidente come, considerato l’enorme clamore prodotto dal coinvolgimento della sua persona nel processo, sarebbe stato preferibile che la legge consentisse al Vescovo di pretendere una sentenza che, verificando in concreto la piena innocenza, affermasse la limpidezza del suo operato di pastore della Chiesa. Senza una querela, senza alcuna vittima, però, non si è potuto celebrare alcun processo, neppure quello funzionale ad assolvere.

Due - ricorda la diocesi - erano le accuse: la prima ipotizzava che il Vescovo, avendo riconosciuto all’allora sacerdote Gianluca Morini, nel maggio 2014 ( prima che le sue vicende personali facessero scandalo) mille euro per le messe a suffragio celebrate, prelevandole dall’apposito fondo gestito dalla Diocesi, se ne fosse «indebitamente appropriato». Nel formulare questa ipotesi, l’accusa - prosegue la diocesi - dimostrava una grave ignoranza delle leggi canoniche e civili che attribuiscono all’Ordinario la facoltà di disporre liberamente di tali somme. La seconda, improcedibile sin dall’inizio, immaginava che il Vescovo si fosse intromesso, con la compagnia assicuratrice delle previdenze del Clero, per garantire un trattamento non dovuto a don Morini, circostanza mai avvenuta. Se la vicenda si è conclusa, è doveroso prenderne atto, dando a Cesare quel che è di Cesare».

Monsignor Santucci usa parole forti: «Non posso nascondere un sentimento di delusione nei confronti della Procura. Da tre anni, la mia persona e il mio ruolo ecclesiale sono stati senza alcun ragionevole motivo infangati e dati in pasto ad alcuni giornali, televisioni, e social, i quali non cessano di descrivermi, più o meno apertamente, come ladro e corruttore. I danni provocati da una tale accanita gogna mediatica saranno opportunamente valutati nelle sedi dovute.

«La mia delusione - prosegue monsignor Santucci - si alimenta anche da altre considerazioni: ho dovuto constatare quanto poco, in una struttura di per sé tesa alla difesa della verità e della giustizia, possa essere tenuta in considerazione una persona, contribuendo ad allestire nei suoi confronti una vera e propria macchina del fango.

«Nel dirlo penso soprattutto ai più deboli e fragili, a coloro che non vivono, come me, la condizione di dover testimoniare la propria fede anche a costo di sacrificio. Quella manifestata nei miei confronti, infatti, mi appare come ostinata faziosità verso la Chiesa. Raccontando il mio “caso”, i media hanno accreditato la ricostruzione di uno dei protagonisti delle tristi vicende di Luca Morini, narrando sempre le stesse cose e seguendo un medesimo teorema accusatorio. Credo non sia semplice giustificare, sul piano deontologico, un simile comportamento, se non come compiacenza ad alimentare curiosità morbose.

«Da oggi spero che il clamore si attenui. Per quanto mi riguarda continuerò a fare quello che ho sempre fatto: predicare il Vangelo, aiutare tutti i fratelli nel bisogno, e contribuire al bene della società». —

C.S.

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