Il Tirreno

l’appuntamento 

Festa della Toscana, protagonisti gli studenti della media don Milani

B.B.
Festa della Toscana, protagonisti gli studenti della media don Milani

Nell’auditorium si è svolta la seduta solenne del consiglio alla presenza di sindaco, giunta consiglieri e anche del Vescovo Persiani: educare per prevenire

01 dicembre 2018
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MASSA. «Il più sicuro, ma più difficile mezzo per prevenire i delitti è di perfezionare l’educazione»: cita Cesare Beccaria il sindaco Francesco Persiani durante il consiglio comunale per la Festa della Toscana celebrato in forma solenne nell’auditorium della scuola media Don Milani. Di fronte ai ragazzi delle classi terze, il messaggio che ha voluto far passare l’amministrazione comunale è stato quello della diffusione di pace e di giustizia.

Dal 2000, ogni 30 novembre con la Festa della Toscana si ricorda il giorno in cui nel 1786 fu promulgata la «Leopoldina», la riforma di Pietro Leopoldo Granduca di Toscana che per la prima volta al mondo abolì la pena di morte. La seduta si è aperta con l’Inno di Mameli suonato dagli studenti della Don Milani. Presenti, oltre alla Giunta e ai consiglieri comunali, il vescovo Giovanni Santucci, il presidente della Provincia Gianni Lorenzetti, il Prefetto Paolo D’Attilio, autorità civili e militari.

«È un supplizio inutile, moralmente illegittimo perché nessuno può disporre della vita di un altro, ma quella che per noi è stata una conquista oltre 200 anni fa, in alcuni Stati è ancora attuale - ha dichiarato il sindaco - onorato di aver presenziato alla prima Festa della Toscana di questa amministrazione.

Anche il presidente del consiglio comunale Stefano Benedetti, prendendo ad esempio gli Stati Uniti, ha rimarcato che «ci sono paesi che fanno della civiltà il loro baluardo, poi eseguono condanne di morte e la morte, se procurata da uno Stato, è ancora più drammatica perché la vita è sacra». Poi ha passato «il testimone dei valori di libertà, uguaglianza e senso di solidarietà» ai giovani, quegli stessi ragazzi che al termine della seduta hanno letto il codice di Leopoldo e a cui Olga Raffo, presidente della Deputazione di storia patria, ha raccontato come il Granduca arrivò alla decisione di abolire la pena capitale e come anche Carlo II Cybo Malaspina, secondo Duca di Massa e Principe di Carrara, cercò di evitare di attuarla.

Il vescovo Monsignor Giovanni Santucci ha invitato a «smettere di avere pregiudizi, costruire qualcosa che aiuti a crescere e diventare responsabili perché il dramma del nostro tempo è non avere più ideali condivisi». — B.B.

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