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Sfrecciano i bolidi elettrici della Formula E, Francesco ci scrive una tesi di laurea

di Alessandro Bientinesi
Sfrecciano i bolidi elettrici della Formula E, Francesco ci scrive una tesi di laurea

Il 2 dicembre è iniziato il mondiale che farà tappa anche a Roma Un giovane di Montecatini illustra novità e vantaggi di questa competizione a "emissioni zero"

03 dicembre 2017
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MONTECATINI. Lo spot per lanciare la prima tappa del mondiale andata in scena il 2 dicembre ad Hong Kong è spettacolare. L’ex pilota di Formula 1 Jean-Eric Vergne sfida in una gara di velocità un ghepardo. A fianco del mammifero più veloce al mondo, però, non c’è un’auto come le altre. Il propulsore che spinge la monoposto da zero a 100 chilometri orari in appena 3 secondi, infatti, è totalmente elettrico. La sfida è appassionante ma il messaggio finale spiega chiaramente perché la Formula E, questo il nome del mondiale la cui edizione numero 4 farà tappa ad aprile 2018 anche a Roma, si propone di abbinare lo spettacolo in pista ad un impatto quasi zero sull’ambiente.

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«I ghepardi sono una delle 10 specie messe più a rischio dai cambiamenti climatici». Questa la chiusura dello spot. Una mezza rivoluzione, iniziata quasi in sordina nel 2014 ma che per la stagione 2017-2018 vedrà l’ingresso di Audi, al fianco di altri marchi importanti come Renault, vincitrice lo scorso anno, insieme a Jaguar e Citroën. Un vero esperto di Formula E è Francesco Magrini, 24enne di Montecatini che lo scorso ottobre si è laureato all’università di Firenze, corso di laurea di sviluppo economico, proprio con una tesi sulla Formula E.

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«Gli obiettivi dichiarati dalla Federazione internazionale dell’automobile è di ridurre al minimo il proprio impatto sul territorio, oltre a voler studiare nuove tecnologie per rendere le vetture elettriche sempre più performanti – spiega Magrini -. Non a caso nella stagione che sta per iniziare sbarca, al fianco di altre case automobilistiche importanti, anche Audi».

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Da sempre le competizioni automobilistiche, oltre che una vetrina mondiale del proprio marchio, sono anche dei test per nuove tecnologie. «La Formula E è sperimentazione ma rientra in pieno nelle fila dello sviluppo sostenibile e la sua importanza è stata riconosciuta recentemente dalle Nazioni Unite – racconta lo studente di Montecatini -. E la volontà di essere a impatto zero è legata a tutto il circus della Formula E. Basti pensare che non esistono circuiti costruiti appositamente per queste gare: anche a Roma, nella zona dell’Eur, il circuito verrà smantellato, senza lasciare nessun segno del suo passaggio, una volta conclusa la gara».

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L’interesse del pubblico e degli sponsor è sempre crescente per queste gare, tanto che Leonardo Di Caprio, da sempre impegnato nei temi ambientali, è stato tra i fondatori del Venturi Formula E team. «La Formula E entra oggettivamente in contrasto con le competizioni motoristiche da sempre conosciute – spiega ancora Magrini -. Lo fa in due modi: il primo perché è comunque un’azienda orientata al profitto. Il secondo perché lo fa unendo a innovazione, tecnologia e intrattenimento, punti fondamentali per esempio anche in Formula 1, anche la sostenibilità». Qui sta la vera rivoluzione, insieme all’obiettivo dichiarato di riuscire a combattere il cambiamento climatico.

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