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«Il tricolore non era opportuno»

Don Gian Luca Palermo torna sulla polemica con la sindaca Amidei

28 febbraio 2018
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LARCIANO. «Don Camillo? Lo farei santo!». Don Gian Luca Palermo, parroco di Castelmartini, inizia con un riferimento al personaggio nato, insieme a Peppone, dalla penna di Giovannino Guareschi. D’altronde il diverbio tra il sacerdote e la sindaca di Larciano, Lisa Amidei – costretta, sabato, a scegliere se togliere la fascia tricolore o abbandonare la messa – ricorda le vicende portate sullo schermo dal regista Julien Duvivier. «Spero – prosegue il parroco – che il mio gesto sia di esempio e un invito alla coerenza. Il problema non è la fascia ma la coerenza di chi la porta: se questa non c’è allora bisogna solo vergognarsi e pensarci bene prima di fare certe apparizioni inopportune».

«Sebbene lei potesse, ma non credo, indossare il tricolore – aggiunge – è indubbio che non fosse opportuno farlo in quella circostanza dove la contraddizione tra la sua politica e quello che stavamo festeggiando era tale da risultare provocazione e sfida verso i fedeli presenti. I fedeli, infatti, mi hanno pregato di intervenire e io, da parroco, ho difeso i valori che ci sono da guida».

«A me – continua – interessa la fede dei miei fedeli che non voglio sia ulteriormente ferita da comportamenti ipocriti e provocatori. Nulla contro l’istituzione, che rispetto, ma tutto contro l’ipocrisia e l’incoerenza. Anche la delegazione parmense mi ha ringraziato per aver posto fine a una sceneggiata che ci avrebbe fatto sentire tutti presi in giro. Addirittura mi han chiamato uomini delle istituzioni per dirmi grazie, oltre che alla Chiesa nel cui abbraccio mi trovo pienamente. È falso che la sindaca ritenesse importante l’evento perché se questo fosse vero le sue decisioni sarebbero state diverse in passato. La croce è simbolo di storia e cultura di questo paese. Noi diciamo no alla ideologia che nega questo. Nessuno, con o senza fascia, può sbeffeggiare certi valori».

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