Il Tirreno

Montecatini

Affreschi di Terrasanta in Fontenuova

di Elena Guerri
Affreschi di Terrasanta in Fontenuova

Restaurati e donati a Monsummano i cartoni preparatori realizzati da Cesare Vagarini nel 1940

16 giugno 2018
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MONSUMMANO. Un amore nato a Monsummano, un esilio forzato dalla patria per le proprie idee antifasciste, un rifugio offerto dai frati francescani di Terrasanta e alcuni cartoni preparatori per gli affreschi riscoperti dagli eredi e donati alla Chiesa di Monsummano. Non è una storia inventata, bensì una vicenda di altri tempi, degna di essere scoperta e raccontata per filo e per segno.

È necessario, però, risalire al 14 dicembre 1905, data di nascita di Cesare Vagarini, artista e restauratore. Nel 1911 la famiglia si trasferì da Roma a Firenze e qui Vagarini si laureò nel 1925 all’Istituto d’Arte di Porta Romana. Durante il ventennio fascista eseguì restauri dividendosi tra la capitale, Montecatini e Monsummano. Fu proprio qui, nella città del Giusti, che ebbe modo di conoscere Maria Cappelli, che divenne sua moglie nella chiesa della Fontenuova nel 1930. Gli anni Trenta videro l’artista toscano affermarsi come restauratore prima nella chiesa di San Francesco, poi nella basilica di San Lucchese a Poggibonsi. Nel 1939 ebbe modo di conoscere Antonio Barluzzi, architetto in Terrasanta, a cui si devono i templi della Vistazione di Ain Karem e di San Lazzaro a Bethfage. Grazie all’amicizia nata con Barluzzi, l’anno successivo partì per la Palestina con i bozzetti preparatori per affrescare la chiesa della Visitazione. Secondo un aneddoto più intrigante, però, Vagarini sarebbe stato costretto all’esilio forzato, poiché aveva mutato le scritte su alcuni muri della città, trasformandole da “w il Duce” a “w la Puce” (ossia pidocchio).

Tornando alla storia ufficiale, comunque, il 10 giugno del 1940 l’Italia dichiarò guerra alla Francia e alla Gran Bretagna e il giorno successivo Vagarini venne arrestato con la moglie a Gerusalemme e deportato a Tatura in Australia, dove rimase fino alla fine del secondo conflitto bellico. Nel 1948, dopo aver partecipato alla collettiva del Museo d’Arte Contemporanea di Sidney, lasciò l’Australia e tornò in Palestina, portando a termine negli anni successivi gli affreschi della Visitazione.

Proprio i preziosi cartoni preparatori per l’affresco, sono stati donati dalla famiglia alla Chiesa di Monsummano, per poter far conoscere e apprezzare alla Valdinievole un artista la cui vita errabonda non può che affascinare coloro che per la prima volta abbiano avuto modo di sentirne parlare.

L’architetto Riccardo Berretti si è occupato del restauro dei disegni preparatori e ha sottolineato la difficoltà con cui questi cartoni sono stati “ricostruiti” per poter essere mostrati. «È stato un lavoro certosino – ha dichiarato Berretti – in alcuni casi, infatti, è stato necessario formare una sorta di puzzle, essendo le varie parti frammentate. I disegni potranno essere ammirati alla fine dell’estate nell’oratorio di San Carlo, nel luogo della definitiva collocazione, e sono costituiti da due tele molto ampie, quattro medie e due lunette piccole, rappresentanti la storia della vita della Madonna realizzati sugli affreschi. Il restauro è stato reso possibile grazie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio Pistoia e Pescia.

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