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L’alleanza 

Il presidente lancia la rete solidale Il prete di Vicofaro critica il vescovo

Giuseppe Boi

Ieri a Catanzaro l’incontro tra il governatore, il prete e Lucano, il sindaco di Riace. «Toscana e Calabria insieme contro la politica delle ruspe»

28 ottobre 2018
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Pistoia

Il dado è tratto, nonostante i blitz delle forze dell’ordine di una settimana fa e le polemiche a Pistoia e in Valdinievole sul via libera al protocollo per un nuovo centro per i migranti. Il presidente della Regione Enrico Rossi “benedice” l’alleanza per l’accoglienza tra Vicofaro e Riace. Un ponte, costituito da don Massimo Biancalani e il sindaco Domenico Lucano, che unisce Calabria e Toscana quali Regioni pioniere nelle politiche umane. Un’alleanza nata e cresciuta come forma di resistenza contro «la politica migratoria delle ruspe portata avanti dal ministro dell’interno Matteo Salvini», lasciano intendere i tre che, insieme al governatore calabrese Mario Oliverio, hanno siglato il “patto” ieri a Catanzaro.

Governatore e prete dall’accoglienza tornano dal tour calabrese con la certezza di aver messo le basi per una rete tra le Regioni Calabria e Toscana, partendo proprio dalle due esperienze di Riace e Vicofaro per trasmettere all’Italia un messaggio di sostegno a politiche di accoglienza diverse da quelle messe in atto dell’attuale governo. «Oggi l'accoglienza è messa all'indice, ma col tempo le persone capiranno che non basta invocare le ruspe per risolvere i problemi – ha spiegato Rossi –. In Toscana avevamo un modello di inserimento che stava funzionando bene. Poi c’è stato il passaggio della gestione dell’accoglienza alle prefetture che, assieme al clima ostile che si sta diffondendo, rischia di lasciare queste persone allo sbando, facendole finire in luoghi degradati a favore di chi le recluta per attività illegali o per avere manodopera a basso costo».

Insomma, per il governatore il modello vincente sono Riace e Vicofaro, nonostante ciritiche e polemiche. «Il modello Riace è protagonista nel bene e nel male – ha ammesso Lucano –. Nel bene perché abbiamo anticipato, per la casualità di uno sbarco sulle nostre coste, quello che poi sarebbe diventato il “Programma nazionale asilo” e poi gli Sprar. Nel male per le aggressioni a un’esperienza di rispetto dei diritti umani e di riscatto calabrese».

«A Pistoia viviamo in isolamento e tra la cattiveria – gli ha fatto eco don Biancalani –. Anche due preti hanno detto che si vergognano di me. E il mio vescovo tiene un piede qui e uno lì». Il tutto a partire dalla foto dei migranti su Facebook «che ha preso frontalmente la destra religiosa e ha fatto si che Salvini mi definisse “anti italiano” dando il via a offese, insulti e anche minacce di morte». —



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