Il Tirreno

PORTOFERRAIO. «Fra i “desiderata” con cui chiuderemo l’anno e ci accingiamo a salutare il prossimo ce n’è uno in particolare a cui tengo da molto tempo e che finora non sono riuscito a concretizzare: un locale da destinare all’accoglienza di coloro che non hanno una dimora e che non sanno dove andare a dormire, italiani o stranieri».

Si scopre così che anche i parroci come don Gianni Mariani, parroco della chiesa di San Giuseppe alla Sghinghetta conosciuta non solo a Portoferraio ma in tutta l’Elba per aver avviato la cosiddetta mensa dei poveri con la distribuzione di pasti caldi giornalieri, hanno dei desideri da scrivere nelle lettere a Babbo Natale, sperando in una pronta realizzazione «Da anni rincorro questo sogno – aggiunge – sollecitato anche dal presidente del circolo Sandro Pertini, Anna Contestabile, a cui sta a cuore il problema di assistenza ai senza tetto. Ma in tutto questo periodo non sono riusciti a cavare il classico ragno dal buco». Colpa di pastoie e lungaggini burocratiche. Tema non nuovo neppure per il giornale vista la dedizione dedicata nell’intento di dotare la parrocchia di un punto di aggregazione per i più bisognosi e le persone che non hanno più niente. Senza, almeno per ora, riuscirci.

«Voglio sperare – continua don Gianni – che il 2018 sia l’anno giusto che veda coronato il nostro sogno”. Che sia l’occasione giusta? Il sasso è stato gettato. Ora si attendono le reazioni. Intanto, visto quello che sta facendo la parrocchia della Sghinghetta col gruppo dei volontari, si sta muovendo anche l’altra parrocchia di Portoferraio, quella del Duomo che si vuole dotare di un comitato Caritas. La notizia non può che essere accolta favorevolmente dalla comunità di San Giuseppe che in questi giorni è tutta impegnata nel pranzo natalizio per i poveri in programma alle 12 di venerdì 22 dicembre. «Se dovessi azzardare un bilancio della nostra attività caritatevole – aggiunge don Gianni – relativo al 2017 devo ammettere che, tutto sommato è stato soddisfacente.

Ogni anno si migliora e di perfeziona la macchina del volontariato». Nel 2016 la mensa dei poveri era frequentata abbastanza assiduamente da una decina di persone; nel 2017 il trend invece è passato a 25, «Con punte giornaliere – dice don Gianni – anche di 44 coperti, la maggior parte elbani provenienti non solo da Portoferraio e dalle frazioni, ma da altri paesi dell’isola». In crescita le richieste di generi alimentari. «Li distribuiamo giornalmente – puntualizza il sacerdote – vista la richiesta. Si tratta di articoli in predicato di scadenza. . . e, una volta a settimana, c’è la distribuzione della cosiddetta spesa più grande che comprende olio, generi in scatola, pasta e così via. Senza contare poi che ci occupiamo anche di recapitare a casa la spesa a persone che in una maniera o nell’altra, si vergognano di chiedere. Allora ce ne occupiamo noi di fargliela avere, con discrezione. Come pure indirizziamo vestiti, indumenti a coloro che ne sono sprovvisti». Tutta questa attività non sarebbe stata possibile senza il coinvolgimento dei gestori e dei responsabili dei grandi magazzini e della grande distribuzione sull’Elba. E anche senza il prezioso apporto dei volontari che, senza chiedere niente in cambio, si mettono a disposizione per aiutare gli altri. «Non vogliamo riconoscimenti pubblici, né clamori per quanto stiamo facendo al nostro prossimo – continua don Gianni – Lasciamo che siano i più poveri e i più diseredati a giudicare le nostre azioni. Ancora c’è molta strada davanti a noi da percorrere. Mi intristisce il fatto che la sera ci sia qualcuno che dorme in tenda o in sacco a pelo. Speriamo – conclude il parroco della Sghinghetta – che con il 2018 riusciamo a dar loro un luogo riparato e caldo e un letto pulito sul quale dormire».