Il Tirreno

Giochi aperti per la chiesa di Marina

di Valeria Parrini
Giochi aperti per la chiesa di Marina

La Sovrintendenza boccia la trasformazione parziale in appartamento e il Comune torna in ballo

04 maggio 2018
2 MINUTI DI LETTURA





PIOMBINO. Una settimana o poco più per sperare che la chiesa duecentesca di Sant’Antimo sopra i canali diventi pubblica. Ma l’obiettivo non è facile da cogliere.

Quando sembrava ormai cosa fatta tra la Sant’Antimo di Marina, srl in liquidazione, ed una società polacca, è intervenuto un parere della Sovrintendenza che ha mescolato le carte. E rimesso in gioco il Comune nell’acquisizione dell’immobile storico contiguo al complesso residenziale nato dalla trasformazione del vecchio ospedale di via Cavour. Perchè la promessa di vendita, di cui si era dato conto più di un anno fa, era subordinata alla possibilità di una trasformazione ostacolata da un vincolo che ne limita la destinazione ai soli fini culturali.

Quindi, niente da eccepire sull’idea dei potenziali acquirenti di far diventare la chiesa, uno spazio di circa 220 metri quadri, in una galleria d’arte. Privata, naturalmente. Bocciata, invece, la possibilità che due spazi adiacenti - il matroneo e il piano terra dell’ex torre campanaria - diventassero un appartamento di circa 90 metri quadri.

La Sovrintendenza, in sostanza, ha fatto valere il vincolo che grava in particolare sull’aula ecclesiale, di cui il matroneo fa parte, e ne circoscrive l’impiego. E di recente lo ha ribadito suggerendo al Comune di far valere il diritto di prelazione. Diritto che il Comune sta valutando di esercitare. «Ce la metteremo tutta per acquisire l’immobile ma sappiamo che non sarà una cosa facile e che i tempi sono stretti», afferma l’assessore alle finanze Ilvio Camberini.

La volontà della giunta cozzerebbe con il decreto Salvaitalia del 2011 timbrato Monti, che impedisce ai Comuni di acquisire immobili. Fatto salvo il criterio dell’indispensabilità. Ci sarebbero anche sentenze della Corte dei conti che andrebbero nella stessa direzione. «Abbiamo chiesto approfondimenti in ambienti diversi, inclusa la Regione, per capire se, trattandosi di un bene culturale da destinare ad un uso pubblico, l’impedimento valga o meno. Insomma, se si possa far pesare l’obiettivo di renderlo fruibile alla collettività senza lasciarsi sfuggire l’occasione», prosegue l’assessore. Che parla di un costo di circa 700 mila euro eventualmente recuperabili dalla vendita degli ex licei o dalla possibilità che adesso il Comune ha di riaccendere mutui.

«Fin dalla prossima settimana avremo delle risposte. Ma abbiamo poco tempo. La trattativa tra la Sant’Antimo e possibili acquirenti è in fase finale», chiude Camberini.

L’interesse della società polacca - come polacchi sono alcuni dei proprietari dei lussuosi appartamenti dell’ex ospedale - non sembra essere offuscato dal veto della Sovrintendenza e dall’impossibilità di realizzare l’appartamento nell’area indicata inizialmente.



Primo piano
L’inchiesta

Corruzione, le intercettazioni: “barca” e “caviale”, le parole in codice tra Giovanni Toti e Aldo Spinelli