Il Tirreno

Aferpi, nave in arrivo e tutto pronto per la ripartenza del treno rotaie

di Cristiano Lozito
Un lavoratore al treno rotaie
Un lavoratore al treno rotaie

Oggi e giovedì visite mediche per una quarantina di lavoratori. Si tratta di operai dell’ex area a caldo, da anni fuori dalla fabbrica

22 agosto 2018
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PIOMBINO. Oggi e giovedì visite mediche in Aferpi per la quarantina di lavoratori dei cosiddetti “centri di costo inattivi” che si apprestano a rientrare in concomitanza con la ripartenza del treno rotaie, primo impianto di laminazione a rimettersi in moto dopo l’acquisizione della ex Lucchini da parte dell’indiana Jsw. Se per il gruppetto di lavoratori che rientra, in qualche caso dopo anni (tutti provenienti dall’area a caldo) si profila un impegno – almeno in questa fase – nelle pulizie e in piccole opere di manutenzione, venerdì 24 riparte il ttp lavorando un piccolo quantitativo di semiprodotti già a terra.

Servirà per ripartire e “agganciarsi” all’arrivo della nave proveniente dall’India con circa 18mila tonnellate di blumi, attesa per lunedì 27. Si farà sul serio insomma per completare un contratto per la fornitura di circa 50mila tonnellate di rotaie da onorare con le Ferrovie dello Stato e per dare continuità all’attività de laminatoio in vista della nuova gara indetta da Rfi per il prossimo 24 settembre. Si tratta di una commessa composta da tre lotti per un totale di cira 350mila tonnellate.

Anche se è difficile immaginare il “pieno” della commessa, si tratterebbe di alcuni mesi di lavoro utili per riattivare comunque la rete commerciale, che ha bisogno di avere però materiale a terra per dare ai clienti tempi di consegna certi. Mentre ancora non è stato formato il nuovo cda, nei prossimi giorni il presidente Fausto Azzi volerà in India per conferire con i vertici di Jsw in merito alle necessità dello stabilimento, quantificate da un piano d’azione su cui stanno finendo di lavorare i responsabili dei vari settori.
Per quanto riguarda gli altri treni di laminazione, barre e vergella, il via alle opere di manutenzione – per un costo di circa 8 milioni – è atteso per la fine di ottobre.

A settembre poi dovrebbe essere chiarito come si svilupperà il robusto piano di smantellamenti e smontaggi dell’area a caldo, previsto per l’anno prossimo, che dovrebbe dare un po’ di respiro anche alle ditte dell’indotto.
In un progetto di lungo respiro, che ha bisogno di anni per svilupparsi, è chiaro che una ricontrattazione degli ammortizzatori sociali, che per i lavoratori ex Lucchini sono in scadenza alla fine di quest’anno.
Su questo fronte non ci sono novità, nel senso che il Governo non ha ancora risposto alle richieste di incontro presentate dai sindacati e dal presidente della Regione Enrico Rossi. Altre realtà industriali importanti del Paese però hanno scadenze ancora anticipate, risolvere queste situazioni potrebbe agevolare la ricerca di soluzioni anche per Piombino. —

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