Il Tirreno

rifiuti, il braccio di ferro 

La rsu di Rimateria contro il referendum: «Attacco ai lavoratori»

La rsu di Rimateria contro il referendum: «Attacco ai lavoratori»

Sale la preoccupazione delle rappresentanze sindacali «Si vuole far saltare il progetto e far gestire tutto a Jindal»

28 agosto 2018
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PIOMBINO

«Il buco all’Asiu lo ha fatto il pubblico ma non si vuole il privato neanche in posizione subordinata. E si vorrebbe far saltare il progetto Rimateria, con la conseguenza di far gestire tutta la partita dei rifiuti – dalle bonifiche alle demolizioni, dal riciclo allo smaltimento – interamente al privato Jindal».

La rsu Rimateria commenta così la richiesta dei gruppi consiliari Ascolta Piombino, Ferrari Sindaco-Forza Italia, M5S, Un’Altra Piombino e Rifondazione comunista riguardante l’indizione di due referendum consultivi relativi proprio a Rimateria. Le consultazioni, la possibilità delle quali sarà discussa durante il consiglio comunale di giovedì, riguardano la necessità di avviare un percorso partecipativo di trasparenza sul piano di sviluppo della società e l’ingresso dei privati nella stessa.

«Rimateria – scrive la rsu in una nota – oltre che risanare un buco finanziario senza attingere alle tasche dei cittadini, sta risanando un’area dove sono presenti quattro discariche. Sarebbe meglio aspettare le bonifiche e nel frattempo rendere disoccupati altri 50 lavoratori? Ci saremmo aspettati dalle forze politiche una battaglia affinché nell’accordo firmato da Governo, Regione e Comune si fosse reso cogente il ruolo di Rimateria. Invece ci ritroviamo un attacco contro il suo progetto. Curioso, poi, che il coro dei “rifiuti zero” contro qualsiasi importazione di rifiuti sia silente di fronte alla prospettiva di importare in dodici mesi ciò che, per risanare un’area di 70 ettari, si importerebbe in 15 anni. Un forno elettrico infatti è, a tutti gli effetti, un impianto di riciclo e il rottame è un rifiuto di nome e di fatto. La prospettiva di tornare a produrre tre milioni di tonnellate di acciaio con forni elettrici significa dunque importare più o meno la stessa quantità di rifiuti. Il rifiuto da riciclo del rottame – ovvero dalla produzione di acciaio da forno elettrico – ammonterebbe, inoltre, a diverse centinaia di migliaia di tonnellate annue. Piombino avrebbe sia impianti di riciclo che impianti di smaltimento sotto il controllo pubblico: Rimateria, appunto. Invece si vorrebbe far saltare quest’ultima, facendo gestire i rifiuti al privato Jindal». –

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