Il Tirreno

l'anteprima

Lunghissimo applauso a celebrare Le Stars e la loro forza di esibirsi con la black music a Saigon

di Cecilia Cecchi
Solo posti in piedi all'anteprima del docufilm "Arrivederci Saigon" al Metropolitan (foto Paolo Barlettani)
Solo posti in piedi all'anteprima del docufilm "Arrivederci Saigon" al Metropolitan (foto Paolo Barlettani)

Il film è in cartellone al Metropolitan anche il 28 ottobre alle ore 16

27 ottobre 2018
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PIOMBINO. Applausi sui titoli di coda. Luci e tutti in piedi a celebrare le Stars all’anteprima di “Arrivederci Saigon”, docufilm diretto da Wilma Labate. Storia (verissima) della band musicale al femminile che si ritrova a suonare per le truppe americane impegnate nella guerra contro i Vietcong.

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La certezza della regista che ne farà un film vero. Qui si cesellano spezzoni storici, immagini delle Stars (ma nessun filmato in realtà) riprese locali che tutto è perfetto. Orti Bottagone palude come in Vietnam. «Se non c’eravate invito ad andare» scrive Roberta Lorenzelli. Per Gianna Gianfaldoni «merita per l’immagine positiva di Piombino, poi perché è una storia bizzarra ma reale, a tratti allucinante e amara ma pure divertente, che merita di essere ascoltata dalla voce di due grandi donne, di cui sono orgogliosissima allieva». Di allievi (ed ex) sullo schermo e in sala ce ne sono parecchi: divertiti e commossi come tutti.

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«C’è uno spaccato di società di quegli anni – sottolinea Valerio Pietrini – un intreccio di battaglie politiche, ideologiche, l’inadeguatezza nei confronti di un gruppo di ragazze che, inconsapevolmente, stava prendendo parte a una rivoluzione molto più grande di loro. Erano donne in una guerra, suonavano black music, per i neri e per i bianchi, non consapevoli che quell’esperienza le avrebbe segnate per la vita».

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«Una serata tutta nostra dedicata agli anni dove abbiamo imparato come lottare per la libertà» ricorda l’assessore alla cultura Paola Pellegrini. Il critico Fabio Canessa, coordinando la serata, sottolinea il grande successo al Festival di Venezia per «l’incredibile storia vera di cinque sedicenni piombinesi finite nel Vietnam del 1968, per confortare i soldati americani al fronte suonando soul e rhythm and blues. Sono le stesse protagoniste di allora – aggiunge Canessa – a raccontarsi con affabilità e naturalezza, cercando di rievocare le sensazioni provate a quel tempo. Senza retorica né nostalgia, ma con la convinzione di aver vissuto tre mesi nell’occhio del ciclone mondiale. Mischiando Piombino a Saigon, la black music ai bombardamenti, il film, innaffiato da trascinanti musiche d’epoca, è diretto, fotografato e montato benissimo».

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Racconta Labate: «Mi sono innamorata della storia di queste cinque ragazzine in un avventura così enorme, insieme al gran fascino di Piombino con identità forte di mare e di fabbrica, di Viviana Tacchella e Rossella Canaccini assolutamente spettacolari... grazie a Giampaolo Simi che aveva scoprto il libro di Daniela Santerini Cioioi’68 in Vietnam con l’orchestrina...». Il produttore Emanuele Nespeca ringrazia il Villaggio Orizzonte per l’ospitalità e Piombino per l’accoglienza.

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Adesso che si può andare oltre al processo delle case del popolo e del Pci, sempre divertenti e vere Tacchella, Santerini, Canaccini che insegnano ancora agli studenti brani che suonavano 50 anni fa. Alla fine “Il cielo” di Lucio Dalla cantato da Rossella – Valenti per l’Rca – Canaccini è molto più emozionante di una perfetta Barbarella-Jane Fonda tra i profughi del solo Vietnam (allora) da amare. –
 

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