Il Tirreno

Pisa

Si è ristretta la rosa del Pd: Gelli e Serfogli

di Francesco Loi
Si è ristretta la rosa del Pd: Gelli e Serfogli

Chiusa la campagna d’ascolto del comitato dei saggi presieduto da Ermete Realacci

01 novembre 2017
4 MINUTI DI LETTURA





PISA. «Rilanciare la spinta per riaffermare il ruolo di Pisa a livello nazionale ed internazionale. Coordinare le eccellenze del territorio. Migliorare la qualità del rapporto tra amministrazione comunale, percepita come distante, e la città».

Seduto su un divanetto del Royal Victoria Hotel, Ermete Realacci aspetta di ripartire per Roma. Lunedì sera ha concluso il suo mese intenso, anche più di quanto si aspettasse, come coordinatore del comitato dei saggi Pd incaricato di individuare la rotta verso le elezioni comunali della prossima primavera. «Lascio al Pd pisano il frutto di una campagna d‘ascolto che non ricordo sia mai stata fatta prima in città. Come pattuito prima di cominciare questo lavoro, sul tavolo del confronto con gli alleati non poniamo scelte già compiute, bensì quanto registrato parlando con la città in tutti i suoi svariati settori, dall’economia alla cultura, dalle associazioni al mondo delle professioni», sottolinea il deputato dem ribadendo più volte il concetto «ascolto e non decisioni, perché il nostro è stato un lavoro di servizio, istruttorio».

Una premessa che vale anche, e soprattutto, «per i due nomi dei possibili candidati maggiormente segnalati e che dunque arrivano dalla città e non dal comitato». Rispetto ad un previsto elenco di quattro opzioni, Realacci svela i più nominati: «Federico Gelli, volendo perseguire l’obiettivo del rilancio nazionale della città. Andrea Serfogli, per le capacità nella pratica amministrativa».

Nessuna sorpresa in fondo, anche perché altri personaggi della politica o della società civile non sono emersi con la necessaria frequenza negli oltre cento colloqui svolti dai saggi o comunque non si sono realizzate le condizioni perché venissero concretamente proposti. «Dentro e fuori la politica, hanno faticato ad imporsi altre figure largamente riconosciute».

Dunque, Gelli e Serfogli, pronunciati in ordine alfabetico ma, riguardo al deputato, con l’aggiunta di una motivazione che è tra le priorità indicate per la Pisa del futuro. «Ma non è un elenco chiuso – tiene a precisare Realacci –, al tavolo con i possibili alleati potranno essere fatti altri nomi e siamo pronti a discutere. Qui non siamo in un condominio che deve nominare il nuovo amministratore. Dobbiamo fare di tutto per creare il più ampio consenso su un’idea di governo e certamente anche attorno ad un candidato. Il quale deve corrispondere essenzialmente ad un profilo che possa rilanciare Pisa e che proponga una politica più interattiva, favorendo una maggiore sintonia con la città».

Il deputato non chiama direttamente in ballo l’ipotesi delle primarie di coalizione, ma in via Fratti è una soluzione che non viene esclusa a priori. L’altra indicazione essenziale dal lavoro del comitato è quella di costruire una coalizione di centrosinistra più larga possibile. Il segretario cittadino del Pd, Giovanni Viale, ha in agenda un altro fitto elenco di confronti. Una sorta di secondo giro con gli alleati. Realacci manda un messaggio chiaro: «È tempo di uscire dagli intrecci e dalle beghe di partito, chi vuole bene a Pisa sa a questo punto cosa deve fare. Costruiamo insieme un qualcosa di forte e di qualità nella proposta politica puntando ad evitare il ballottaggio, i cui esiti in Toscana sono stati quasi tutti di sconfitta». L’intenzione sarebbe quella di ripartire dalla maggioranza attuale, nonostante tutto. “In lista per Pisa” e Mdp, ma poi anche Campo Progressista, i Socialisti e lo stesso Patto Civico che ha al suo interno i Riformisti. E ci sarebbero anche altre liste civiche pronte a scendere in campo per il centrosinistra. Ma ora un punto essenziale è quello di riuscire a rinsaldare un’intesa con Mdp. Ovvero con Paolo Fontanelli. «Ce lo siamo detti con convinzione – dice Realacci – Paolo non può che essere della partita. Il bene di Pisa passa sopra le dinamiche politiche nazionali. Ci sono venti anni di governo di questa città che devono essere riconosciuti. Perché è stato un buon governo nei fondamentali, però non percepito in proporzione. E allora dobbiamo anche rilanciare e trovare nuovi elementi. Se sicurezza e degrado sono avvertiti come un problema c’è poco da difendere posizioni, occorre affrontare la questione».

Riannodare i fili del rapporto con la città è un tasto su cui batte Realacci, che cita Bob Marley: «Una città non perfetta, ma speciale». E spiega: «È molto pisano ed italiano vedere la propria realtà in modo peggiore rispetto ad occhi esterni. La città ha potenzialità ed eccellenze uniche paragonate alla sua estensione territoriale. E allora, che Pisa faccia Pisa. Anche questa è una sintesi di quanto emerso dall’ascolto della città».

Una buona prassi, questa dell’ascolto, che il comitato dei saggi, a proposito di modalità di rapporto con l’esterno, lascia a Pd, giunta ed amministrazione comunale. «Abbiamo ricevuto apprezzamenti per questo modo di confrontarci, le persone hanno avuto piacere nel vedersi guardate negli occhi e poter esprimere cosa pensano. Rivendico questo metodo di apertura ed auspico in questo senso anche un cambio di mentalità. Nessuno steccato nel confronto».

Realacci tira le somme: «Ero più preoccupato quando ho iniziato questo lavoro. Non che ora non lo sia più, ma sono anche più fiducioso».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Primo piano
I nomi e le storie di un dramma sociale

Altro che Primo Maggio, in Toscana non c’è da festeggiare: di lavoro si muore e le vittime diventano solo freddi numeri

di Martina Trivigno