Il Tirreno

Pisa

«Stop alle grandi opere e no al Daspo urbano»

Scaramuzzino (SI) in vista della costituzione del nuovo soggetto della sinistra «Lavoriamo ad un progetto di città alternativo rispetto all’ultimo decennio»

02 dicembre 2017
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PISA. «Meno grandi opere e no al Daspo urbano». Muove i primi passi anche a Pisa la sinistra dopo l’assemblea unitaria in vista della costituzione del nuovo soggetto politico domenica a Roma. A parlare è Carlo Scaramuzzino (Sinistra Italiana), uno dei tre garanti dell’assemblea insieme a Rosa Dello Sbarba (Mdp) e Giovanni Forti (Possibile). «Il Pd dice che la nostra scelta condanna il centrosinistra alla sconfitta? Ribatto - dice Scaramuzzino - che il centrosinistra si è condannato da solo praticando politiche sbagliate, odiate dagli elettori, in continuità con quelle di Berlusconi e che ora hanno folgorato anche Di Maio sulle strade di Trump. C’è bisogno di un quarto polo, una sinistra alternativa, di rottura con le politiche degli ultimi anni».

Il cammino non è semplice. Rifondazione e liste civiche di sinistra parlano di ambiguità del nuovo soggetto perché Mdp governa il Comune di Pisa e la Regione con il Pd. «La nostra lista sta nascendo su basi programmatiche ed è aperta a tutti i contributi. È una lista unica, cosa importante. La proposta non è un accordicchio elettorale, che sarebbe un fallimento». Ma a Pisa, per le amministrative, le strade potrebbero essere diverse: Sinistra Italiana e Possibile con Rifondazione e Una Città in Comune, mentre Mdp tiene aperto il dialogo con il Pd. «Intanto - dice Scaramuzzino - puntiamo ad un buon risultato alle politiche. A Pisa noi di SI stiamo lavorando, da prima che nascesse Mdp, con Possibile, Rifondazione e Una città in Comune per un progetto di città alternativo a quello che Filippeschi ha provato di disegnare nell’ultimo decennio. Ad esempio, la politica delle grandi opere ha creato grandi problemi anche nella nostra città. In una delle mozioni approvate in assemblea, presentata dal segretario cittadino di SI, Mauro Stampacchia, c’è un aperto riferimento all’esigenza di chiudere con le grandi opere, a partire dalla pista di Peretola».

Ma dove si concretizza il programma di sinistra? «Una nuova legge per le pensioni, la fine del precariato, la difesa del suolo e del patrimonio culturale, la cancellazione del Jobs act e di ciò che resta della “Buona scuola”, l’abolizione del pareggio di bilancio in Costituzione, il blocco della privatizzazione della sanità. Soprattutto è necessario cancellare la legge Minniti/Orlando ed i provvedimenti seguenti, che oggi l’Onu riconosce tra le cause principali delle torture e della condizione di schiavitù dei migranti. Intorno a questo programma ci dovrà essere una nuova leadership, costruita nei territori». (f.l.)

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