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Danti: «Senza idee alternative stavolta vince la destra»

Dario Danti, ex assessore comunale
Dario Danti, ex assessore comunale

"Troppi candidati e pochi spunti. Serve un’unica fondazione culturale con Comune, Università e Palazzo Blu. E chiudiamo Ponte di Mezzo"
 

26 dicembre 2017
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PISA. «Il rischio è quello di prolungare l’agonia della sinistra attraverso la nostalgia del centrosinistra». Non usa mezzi termini Dario Danti, 40 anni, docente di filosofia e storia, dimessosi da assessore contro la scelta, principalmente di Matteo Renzi ed Enrico Rossi, di privatizzare l’aeroporto Galilei. Danti rappresenta sul territorio il punto di riferimento di Campo Progressista.

Danti, come giudica il ritiro di Pisapia?

«Pisapia è una persona coerente. Fallito l’obiettivo di rifare il centrosinistra sulla base di un programma in discontinuità con le politiche dei governi degli ultimi anni, ha fatto un passo indietro».

Lei a questo punto aderirà a Liberi e Uguali di Pietro Grasso come ha fatto la presidente della Camera, Boldrini?

«Dice mia mamma: “Quando entri in un partito te, prima o poi fallisce”. Quindi evito di fare ulteriori danni e seguo il consiglio: non entro in nessun partito. A parte le battute, non mi convince nessuna delle proposte politiche in campo».

Che farà, allora?

«L’ossessione elettoralistica è l’errore più grande. Se invece si vuole costruire una politica partecipata ed utile bisogna ripartire dalla società e dai territori».

A fine maggio si voterà per le comunali: da dove iniziare, sui contenuti, per creare una coalizione progressista?

«Dai quartieri: manutenzioni e riqualificazioni, riasfaltature e marciapiedi, illuminazione e verde pubblico, socialità ed iniziative culturali. Stop alle grandi opere, lavorando invece alla cura dell’assetto idrogeologico».

Da ex assessore alla cultura cosa proporrebbe nel suo settore, anche pensando allo sviluppo della città?

«Rilancio la proposta dell’ex sindaco Fontanelli: serve un’unica fondazione culturale con dentro Comune, Università, Sant’Anna, Normale, Palazzo Blu, non solo per gestire gli spazi recuperati dai Piuss, ma per una visione strategica d’insieme».

A Pisa la cultura dovrebbe essere anche fare da traino al turismo...

«Sì ed aggiungo: se il percorso museale sui lungarni non decolla, realizziamolo sul fiume sfruttando la navigabilità dell’Arno. Il progetto coordinato da Marco Biondi dal titolo “Un fiume di idee” vuole valorizzare l’asse orizzontale fluviale dalla Cittadella al Giardino Scotto, oltre a quello verticale Stazione-Torre che, secondo me, andrebbe reso interamente pedonale con la chiusura al traffico veicolare di Ponte di Mezzo».

Sembra il libro dei sogni...

«A volte basta poco: il liceo artistico Russoli ha carenza di spazi? Perché allora non integrare le residenze ed i laboratori per giovani artisti del Centro Sms delle Piagge con le attività di studenti e docenti di quella scuola? ».

Chi potrebbe incarnare idee così ambiziose? Chi vorrebbe come sindaco?

«Sono circolati troppi nomi e poche idee. Partiamo dai contenuti, poi verranno le alleanze e le persone, meglio se scelte con le primarie. Una cosa vorrei dirla, però: senza idee di alternativa vince la destra».

Lei ci sarà alle prossime amministrative, magari con una lista civica?

«No, non mi candiderò. Ci sarò con idee e proposte, come ho sempre fatto. Politica è passione ed impegno, non ricerca di posti o candidature. Parlo in primo luogo per me: non ci sono persone buone per ogni stagione».

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