Il Tirreno

Pisa

Camion al lavoro nell’area destinata alla moschea a Porta a Lucca

Francesco Loi
Camion al lavoro nell’area destinata alla moschea a Porta a Lucca

Manca solo un foglio per l’avvio del cantiere vero e proprio  L’imam: verifiche sui terreni. Il sindaco chiede informazioni

19 luglio 2018
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PISA

Un post su Facebook. «Ma sono iniziati i lavori?», si domanda allegando un paio di foto Claudio Meoli, già candidato al consiglio comunale con Patto Civico. Quei due scatti mostrano una trivella in azione e un camion della Croce Rossa dentro l’area di Porta a Lucca, su via del Brennero, dove gli strumenti urbanistici prevedono la costruzione di un edificio di culto. Fuori dalle definizioni, la nuova moschea. Uno dei capisaldi vincenti, voti alla mano, del centrodestra in campagna elettorale.

«Sono lavori richiesti dal geologo, carotaggi per verificare le caratteristiche del terreno. Il mezzo della Cri? Porta l’acqua per far funzionare il macchinario», risponde l’imam Mohammad Khalil. In pratica, nessun avvio dei lavori. Ma indagini comunque preparatorie. «No, nessun lavoro. Qui sembra di essere osservati dal Grande Fratello», scherza Khalil, che spiega: «Tutte le documentazioni che il Comune ci ha chiesto sono state consegnate. Manca solo un foglio di Fiumi e Fossi».

Dunque, il progetto della moschea ha delle certezze: la previsione urbanistica confermata nel maggio di un anno fa; e la quasi conclusione dell’iter autorizzativo. Manca un unico documento, che deve essere rilasciato dal Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, ovvero l’ex Fiumi e Fossi. Di qui i carotaggi in corso. A quel punto non resterebbe che il permesso a costruire, in altre parole il via libera al cantiere. «Dovrebbe essere così», sospira Khalil.

L’accesa discussione sui social è rimbalzata pari pari dentro Palazzo Gambacorti. Fino alla stanza del sindaco Michele Conti, il quale in campagna elettorale si era espresso, come la Lega, contro la costruzione della moschea, almeno per quel che riguarda la localizzazione nell’area di Porta a Lucca. Così un sopralluogo è stato richiesto dal dirigente all’edilizia privata, Marco Guerrazzi. Oltre un anno fa il consiglio comunale ha approvato la variante di monitoraggio, confermando per Porta a Lucca “l’impianto” del 2013: via libera ad una struttura da destinare a “servizi religiosi” su una superficie totale edificabile di 1.500 metri quadrati, di cui 1.000 da destinare ad edifici di culto e il restante ad attività culturali e sociali. Il luogo di culto islamico è previsto su un’area a forma triangolare di circa 4.000 mq tra via del Brennero e via Chiarugi già di proprietà della comunità islamica pisana (acquistata per circa 115mila euro), un tempo occupata da uno sfasciacarrozze e sulla quale un vecchio progetto prevedeva la costruzione di un condominio e di un parcheggio pubblico.

Dopo l’ok definitivo del consiglio comunale, la comunità islamica (che conta circa seicento fedeli, attiva da oltre vent’anni in via delle Belle Donne) ha chiesto i necessari permessi per costruire.

Previsto per la fine del 2015, l’inizio dei lavori per la moschea, con annessi un centro culturale e di aggregazione, parcheggi ed un’area a verde, è slittato continuamente. Gli eccessivi costi di realizzazione del progetto originario hanno imposto un lungo stop e la rielaborazione del progetto preliminare che prevedeva un investimento totale di circa 5 milioni di euro. Rispetto alla sfarzosa costruzione pensata inizialmente, l’ultimo progetto è impostato su una struttura più modesta, soprattutto senza il minareto di 25 metri . Oltre ad offrire ai cittadini di fede musulmana un luogo in cui pregare, il progetto comprende una seconda struttura da destinare a centro aggregativo. —



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