Il Tirreno

Pisa

Negato il fondo di calamità: «È un danno»

Stefano Taglione

Disappunto del sindaco Taglioli dopo la decisione del Governo. Ghimenti: «La risposta non mi preoccupa, ci sono spiragli»

05 ottobre 2018
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CALCI

«Non è un bene che il Governo abbia negato l’accesso al Fondo di calamità. C’è disappunto, è un danno: perché al di là delle regole, esistono le deroghe. Sul Monte Serra non abbiamo bisogno di burocrazia, ma di aiuti: spero che si trovino altre misure».

È l’appello del sindaco di Vicopisano, Juri Taglioli, dopo che il ministero delle Politiche agricole – nella risposta a un’interrogazione in Commissione delle deputate Maria Chiara Gadda (Pd) e Chiara Gagnarli (M5s) – ha messo nero su bianco il no al Fondo di solidarietà nazionale perché «la vigente normativa – si legge nel documento – prevede che gli interventi compensativi del Fondo possano essere attivati solo nel caso di danni conseguenti ad avversità atmosferiche assimilabili a calamità naturali, fattispecie a cui non appartengono gli incendi». Il Governo, bocciando il ricorso alle risorse straordinarie, scrive di voler «valutare la possibilità di consentire l’attivazione in via del tutto eccezionale degli interventi compensativi a ristoro della produzione perduta, nei limiti e alle condizioni stabilite dalla normativa europea in materia di aiuti di Stato all’agricoltura».

«Ringrazio il ministro delle Politiche agricole, Gian Marco Centinaio, per essere venuto qui subito dopo l’incendio – continua il sindaco di Vicopisano – perché ha preso coscienza di quanto accaduto, ma ora pur consapevoli della situazione dei conti pubblici ci vuole una risposta in termini economici, altrimenti le visite non servono. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti e di risposte concrete: se per noi, per il Comune di Calci e per la Regione gli sforzi sono già stati immani, per il Governo sono una piccolezza. C’è disappunto – conclude Taglioli – perché ci sono aziende che hanno perso tutto».

Più ottimista il sindaco di Calci, Massimiliano Ghimenti. Secondo lui il no all’utilizzo del Fondo non è una notizia totalmente negativa. Anzi: «Prendo atto di quanto scrive il ministero – dice – ma nella risposta ci sono anche importanti segnali di apertura». «Aspettiamo il riconoscimento nazionale dello stato di emergenza – continua il primo cittadino – perché non ci interessa sapere da quali capitoli di spesa arrivino i soldi: l’importante è che ci siano. Si devono attivare procedure e risorse per aiutare i privati colpiti, per le case perse e per gli oliveti distrutti. Ciò che ha scritto il ministero lascia aperti molti spiragli. Ora si tiri fuori il decreto e vengano resi disponibili i soldi».

Mercoledì Ghimenti ha inviato in Regione una prima stima dei danni: 10.308.000 euro solo secondo il Comune, a cui aggiungere anche quanto accertato dalla Provincia, per un totale di 12 milioni di euro. I documenti verranno poi girati da Firenze a Roma. «Spero nella dichiarazione dello stato di emergenza nazionale – conclude il primo cittadino di Calci – che magari otterremo entro la fine del mese. Faremo i conti alla fine: se i soldi non arriveranno, sono pronto a incatenarmi fuori dal ministero». Il 22 ottobre a Calci ci sarà, inoltre, un sopralluogo della Commissione agricoltura della Camera. —



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