Il Tirreno

Pisa

Si allarga la fronda anti-leghista dei sacerdoti

Tommaso Silvi
Nella foto in alto a sinistra Monsignor Andrea Cristiani, a seguire in ordine cronologico Monsignor Antonio Cecconi, Don Armando Zappolini, Don Paolo Paoletti
Nella foto in alto a sinistra Monsignor Andrea Cristiani, a seguire in ordine cronologico Monsignor Antonio Cecconi, Don Armando Zappolini, Don Paolo Paoletti

C’è chi preferisce non esporsi ma c’è anche chi rincara la dose. Don Cristiani (Shalom): società e diritti umani in pericolo

05 gennaio 2019
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PONTEDERA. «Credo che non sia giusto commentare le parole di un altro vescovo. Preferisco non intervenire». C’è chi, come il vescovo di San Miniato, Andrea Migliavacca, sceglie la via del silenzio. «Resto fuori da questa polemica», dice don Gian Luca Palermo, parroco di Larciano, che nei giorni scorsi si era detto «indignato» riguardo al particolare presepe di don Armando Zappolini, che ha deciso di posizionare Gesù all’interno del cassonetto della spazzatura come segno di protesta per la politica adottata nei confronti dei migranti dal governo, e in particolare dal ministro dell’Interno e leader della Lega Matteo Salvini. E proprio in seguito alle ultime vicende della politica nazionale, col decreto sicurezza - che sospende i diritti dei migranti richiedenti asilo - diventato legge da pochi giorni, nasce la lettera che l’arcivescovo di Pisa, Giovanni Paolo Benotto, ha diffuso al termine del Consiglio pastorale diocesano. Una presa di posizione netta, che nelle diocesi di Pisa e San Miniato non trova oppositori. Anche perché molti preti preferiscono non commentare, non immergersi nel dibattito. Magari, tra i “silenziosi”, c’è anche qualcuno che ha un pensiero diverso da quello dell’arcivescovo. Ma tant’è.

E allora a parlare è la fronda anti-leghista. Che sottoscrive e rafforza i concetti espressi da Giovanni Paolo Benotto. «Siamo passati dagli spettacoli all’interno del Colosseo con le persone sbranate dalle bestie, all’odio contro i migranti. Sono due metodi per distrarre l’attenzione del popolo e, nel caso di ciò che sta accadendo nel nostro Paese, trovare un nemico contro cui scagliarsi». Toni decisi e parole forti. In perfetto stile don Armando Zappolini. «Benotto per me è come un fratello – prosegue – sono d’accordo con lui». E poi ci sono le grida di allarme. Quelle lanciate da don Andrea Cristiani, fondatore del movimento Shalom, e monsignor Antonio Cecconi, parroco dell'unità pastorale della Valgraziosa, a Calci. «Stiamo perdendo di vista i principi di solidarietà e uguaglianza, oltre ai diritti umani. La società è in pericolo. I grandi dittatori del passato – dice Cristiani – hanno vinto con il largo consenso della gente, e poi hanno tolto ogni libertà al popolo. Dobbiamo lavorare per migliorare i Paesi da cui provengono i migranti, e anche sulla loro formazione professionale e culturale una volta arrivati in Italia».

Netta allo stesso modo la posizione di Cecconi: «Non sono mancate le tensioni politiche negli anni scorsi, ma mai si erano persi i valori di base, cosa che invece sta accadendo adesso. Il governo ha dei modi di fare strani, che rimandano a brutti ricordi, dobbiamo mantenerci attenti e vigili. I sindaci fanno bene a opporsi civilmente a leggi che negano la dignità delle persone».

Più moderato, invece, il parroco di Cascina, don Paolo Paoletti, comune della sindaca e “guerriera” del Carroccio Susanna Ceccardi: «Sottoscrivo le parole di Benotto, gli amministratori devono lavorare per garantire la sicurezza dei cittadini e, al tempo stesso, fare in modo che non venga lesa la dignità di chi chiede semplicemente aiuto».

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