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Pistoia

Pistoia premia il Nobel Soyinca «L’Africa deve essere liberata»

di Valentina Vettori
Pistoia premia il Nobel Soyinca «L’Africa deve essere liberata»

L’ospite principale della kermesse: «Senza sviluppo, le ondate migratorie non finiranno mai» Dopo Barrico, ieri presenti Diamanti, Gifuni e Fusini. Oggi finale con De Luna, Manzi e Apolito 

27 maggio 2018
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PISTOIA. Una vita vissuta fra Africa, Europa, Stati Uniti e il desiderio continuo di far dialogare tra loro popoli, religioni, prospettive e linguaggi diversi attraverso forme di espressione comuni in grado di travalicare ogni frontiera, sia essa politica o culturale, abbattendo il razzismo. È il ritratto dello scrittore nigeriano Wole Soyinka, classe 1934, premio Nobel per la letteratura nel 1986. È lui l’ospite d’eccezione della nona edizione del festival di antropologia del contemporaneo, che ieri sera ha ricevuto il Premio internazionale Dialoghi sull’uomo. Riconoscimento, giunto alla seconda edizione, conferitogli dalla giuria formata dal presidente della Fondazione Cassa di Risparmio Luca Iozzelli, dalla direttrice del festival Giulia Cogoli, Adriano Favole e Marco Aime.

E proprio con quest’ultimo – l’antropologo che fin dalla prima edizione dei Dialoghi, insieme a Favole, è consulente del programma – Soyinca ha tenuto la sua conferenza “La lezione dall’Africa: il dialogo necessario”, nella cornice di piazza del Duomo. Un impegno, quello di Soyinca, che negli anni si è sempre distinto nel rivendicare i diritti di tutti gli esseri umani, perché solo così ciascuno potrà essere davvero libero. Lui che, durante la guerra civile in Nigeria, tra il ‘67 e il ‘69 è stato incarcerato. Esperienza da cui è nata la sua opera “L’uomo è morto” del 1971, appena uscita nelle librerie con la nuova edizione “L’uomo è morto? Smurare la libertà” (Jaka book).

E parlando del suo continente di origine, Soyinca sottolinea come il suo popolo abbia «molto contribuito allo sviluppo culturale dei paesi occidentali, attraverso scrittori, artisti e pensatori». Una riflessione che il premio Nobel vorrebbe stimolare anche verso gli stessi governanti africani, affinché questi, «possano contribuire allo sviluppo dei loro paesi, creando ambienti positivi dove gli africani possano vivere liberi». Perché «finché questo non accadrà, le ondate migratorie non finiranno».

Nella giornata di ieri anche la conferenza del politologo Ilvo Diamanti, la lettura delle opere di Pasolini con la voce di Fabrizio Gifuni e la lezione di Nadia Fusini su Virginia Woolf. Il programma dei Dialoghi di oggi si apre alle 10,30 con Giovanni De Luna (piazza San Bartolomeo) e la conferenza “1968: l’anno della disobbedienza?”. In contemporanea (teatro Bolognini) la filosofa Francesca Rigotti, con “Le età della creatività”. Alle 11,30 (piazza Duomo) lo psicoanalista Massimo Recalcati in “La creatività come manifestazione del desiderio”. Alle 15 (Bolognini), “Alle origini di Homo sapiens e del nostro mondo di simboli” con il paleontologo e antropologo Giorgio Manzi. Alle 16 (piazza San Bartolomeo) “Il sogno di un’altra scuola” con lo scrittore Eraldo Affinati. Tutto esaurito per “Rompere il ritmo” dell’antropologo Paolo Apolito (Sala Maggiore) e alle 17 (teatro Bolognini) il sociologo Richard Sennett in “Rompere le regole per vivere in una città aperta e plurale”. Alle 18,30 (piazza Duomo) l’ultima conferenza dell’attore Moni Ovadia che parlerà dell’importanza del ridere come forma di “rottura delle regole” e alle 20 al Bolognini la proiezione del film “Qualcosa nell’aria”, introdotta da Marco Aime.

La nona edizione del festival, inaugurata nel pomeriggio di venerdì 25 con i saluti del sindaco Alessandro Tomasi, Iozzelli e Cogoli, si è aperta con l’affollatissima conferenza dello scrittore Alessandro Baricco, che ha tenuto una lezione su “Sette cose da sapere sulla insurrezione digitale”.

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