Il Tirreno

Pistoia

il sacerdote dei migranti 

Il deserto intorno a don Biancalani «Da noi il vescovo non si è più sentito»

Giuseppe Boi
Il deserto intorno a don Biancalani «Da noi il vescovo non si è più sentito»

La diocesi resta in silenzio dopo le lettere di minaccia «Vado avanti, mi basta la vicinanza dei miei ragazzi»

21 agosto 2018
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Pistoia

«Non sento il vescovo da molto tempo». Don Massimo Biancalani prosegue nella sua «missione a favore degli ultimi», ma lo fa sempre più nel deserto. Tornato la settimana scorsa agli onori della cronaca per aver ricevuto due violente lettere di minaccia, il parroco di Vicofaro sembra di fatto rimasto solo. Pochi, anzi nessuna presa di posizione da parte di politici, ma soprattutto il silenzio della curia. «Non possiamo intervenire ogni volta, il vescovo Fausto Tardelli ha già espresso una condanna permanente contro questi fatti», replicano in diocesi. Ma alla mancata presa di posizione si aggiungono le voci, non confermate né smentite, di una raccolta firme contro il sacerdote che apre le porte della sua chiesa ai migranti.

«Del resto questo è un periodo storico difficile», aggiunge don Biancalani, quasi facendo il verso alla curia che, pur confermando il silenzio del vescovo, «sottolinea come ci sia forte preoccupazione per le minacce ricevute dal sacerdote» ma fa sapere come «la situazione sia difficile da gestire perché si innesta in un dibattito nazionale gestito in modo molto mediatico e che causa un’esposizione enorme». A taccuini chiusi emerge però un relativo fastidio: «Don Massimo sta gestendo tutta la vicenda esponendosi un po’ troppo: si rischia di andare sui giornali senza risolvere i problemi».

Problemi che potrebbero sorgere anche a causa di una raccolta firme che alcuni parrocchiani avrebbero promosso. «Non possiamo confermarlo», fanno sapere dalla diocesi che però, come già scritto, non ne smentisce l’esistenza: «Se è stata presentata si trova nella segreteria del vescovo, che però ora è in ferie e tornerà in città venerdì per i festeggiamenti in onore di San Bartolomeo»

«Male non fare, paura non avere», commenta don Biancalani: «Non sono a conoscenza di raccolte firme. Da poco c’è stata una presa di posizione polemiche con una parrocchiana che mi accusava di razzismo al contrario. Come sempre abbiamo affrontato la questione col dialogo e dando spiegazioni per chiarire e approfondire la conoscenza delle nostre attività. Il risultato finale è che la signora ha deciso di aiutarci».

Un aiuto che, in modo inaspettato, arriverà dalla fondazione “Un raggio di luce”. «Dopo la messa domenicale ho incontrato il presidente Paolo Carrara, che mi ha preannunciato un sostegno economico per risolvere i problemi emersi dopo il controllo della municipale nella struttura dove accogliamo i migranti – rivela don Biancalani –. Ai primi di settembre la fondazione si riunirà e deciderà quanto stanziare per le situazioni più critiche».

E così, nonostante il silenzio delle istituzioni e della diocesi, a Vicofaro e Ramini continua l’attività d’accoglienza di migranti e richiedenti asilo. «Ogni giorno arrivano altre persone», sottolinea il parroco che accoglie i profughi, al momento un centinaio a cui si aggiungono i 15 previsti dal programma di accoglienza. «Io mi sento sereno – chiosa don Biancalani –. Dopo le lettere di minaccia il vescovo non si è fatto sentire, ma ho comunque ricevuto tantissimi attestati di stima. In ogni caso non mi fermo e continuerò a fare ciò che chiede la Chiesa e che ci ricorda sempre Papa Francesco. Alla fin fine mi basta la vicinanza dei miei ragazzi». —



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