Il Tirreno

Pistoia

Gavinana 

Don Bonaventura saluta e lascia il posto a don Cirillo

C.B.
Don Bonaventura saluta e lascia il posto a don Cirillo

Dall’8 settembre il cambio alla guida della parrocchia La comunità saluta il sacerdote senegalese: «È sempre stato disponibile e vicino a tutti»

22 agosto 2018
2 MINUTI DI LETTURA





Gavinana

Dopo sei anni di servizio a Gavinana, don Bonaventura (il nome corretto è don Bonaventure Sambou) lascia la frazione montana e al suo posto si insedierà don Cirillo (Cyrille Atitung Kalom). Il giorno esatto sarà il prossimo 8 settembre ma don Bonaventura non si trova più nella frazione cara a Francesco Ferrucci, avendo esaurito i 9 anni di attività in Italia concessi dalla sua diocesi di provenienza, Ziguinchor in Senegal. «Sono arrivato a Gavinana da Quarrata, e qui in montagna mi sono trovato molto bene – spiega don Bonaventura, originario del Senegal – e saluto con affetto i miei parrocchiani. Tra poche ore andrò in Francia e poi tornerò l’8 settembre per essere presente quando don Cirillo prenderà il mio posto».

In questi giorni il parroco senegalese ha salutato i suoi parrocchiani: molti sono dispiaciti che se ne vada. «È vero – spiega don Cipriano Farcas, vicario della montagna pistoiese – che a settembre ci sarà un avvicendamento a Gavinana tra don Bonaventura e il nuovo parroco, originario del Congo e fratello di don Gordiano, parroco da tempo a Maresca. La cerimonia avverrà l’8 settembre. Comunque la chiesa non è del prete ma della comunità dei fedeli. Invito quindi i parrocchiani a essere attivi e a collaborare col parroco nella gestione».

Un ricordo di don Bonaventura arriva da una delle catechiste di Gavinana, Tiziana Vignozzi. «È stato un parroco che si è fatto ben volere in paese e parlando del fatto che non sarà più a Gavinana, in molti sono dispiaciuti – spiega la catechista – è sempre stato disponibile e presente con tutti».

La comunità di Gavinana aspetta quindi don Cirillo nella speranza che anche con il nuovo parroco possa proseguire un significativo cammino di fede. —

C.B.

Il lavoro che uccide
I nomi e le storie di un dramma sociale

Altro che Primo Maggio, in Toscana non c’è da festeggiare: di lavoro si muore e le vittime diventano solo freddi numeri

di Martina Trivigno