Il Tirreno

Pistoia

i nodi dell’accoglienza

Il prefetto di Pistoia: lavori socialmente utili per i migranti

Tiziana Gori
Il prefetto di Pistoia:  lavori socialmente utili per i migranti

Le proposte di Emilia Zarrilli durante l’incontro con le associazioni: «I Comuni si attivino. Si va verso l’autunno, facciamogli pulire i cimiteri»

08 settembre 2018
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pistoia

«Andiamo incontro all’autunno, tutti i Comuni hanno camposanti. Facciamogli pulire i camposanti». L’idea di integrazione dei richiedenti asilo che ha il neo prefetto Emilia Zarrilli li vede protagonisti attivi, in maniera continuativa e gratuita, di lavori socialmente utili.

Non in episodi sporadici, «iniziative spot», come le definisce la massima autorità statale cittadina, ma continuativamente. E per raggiungere questo obiettivo, «già raggiunto in altre città, come Frosinone (dove Zarrilli era prefetto fino a un mese fa, ndr) », ha bisogno della collaborazione e dell’avallo di enti locali e cooperative.

Li ha ricevuti, giovedì 6 settembre, nella Sala riunioni della prefettura, i legali rappresentanti delle cooperative che gestiscono l’accoglienza. Tra loro Moreno Sepiacci, di Co&So, la più grande coop di accoglienza in Toscana, e Alessandro Vivarelli, legale rappresentante di Virgilio Città futura, l’associazione che con don Massimo Biancalani e don Alessandro Carmignani gestisce i Cas di Vicofaro, Ramini e Marliana. Dal primo, come noto, i migranti sono stati temporaneamente trasferiti per i lavori di adeguamento chiesti da Vigili del fuoco e Asl.

Non parla, nello specifico, dell’accoglienza di don Massimo Biancalani, il prefetto Zarrilli. Preferisce affrontare la questione a tutto tondo, ma lo fa senza giri di parole. Con le coop, si intuisce, c’è stato un approccio basato sulla prudenza: «Pian piano si sono sciolti», afferma. Che poi, su tutti i punti, sia stata raggiunta convergenza di opinioni, non è detto. Però la prefetto è stata chiara: ci saranno altri controlli. «È importante il rispetto rigoroso dei requisiti indicati nei bandi di gara, anche sulle condizioni strutturali dei luoghi deputati all’accoglienza. Le visite ispettive proseguiranno». Ed è necessario, afferma, «contribuire a un generale innalzamento della qualità dell’accoglienza attraverso la diffusione di buone pratiche». Cosa intende? «Con le cooperative – il tono si ammorbidisce – non siamo su fronti contrapposti. Il fronte è comune: la migliore gestione dell’immigrato. Che per integrarsi deve collaborare e stare in mezzo ai problemi del territorio. Ho scoperto che alcune coop fanno lavorare i propri immigrati ma sono cose a spot, rimesse alla buona volontà del singolo. Invece devono capire di dover operare nell’interesse della collettività».

Quindi è necessario il coinvolgimento dei Comuni. «Ogni Comune – prosegue Zarrilli – dovrebbe deliberare la possibilità di avere l’ausilio dei richiedenti asilo per lavori socialmente utili e lanciare un piccolo progetto». Nelle prossime settimane il prefetto si attende la stipula di convenzioni tra Comuni e cooperative (ai sensi del decreto legge 13/2017), con lei a fare da notaio.

«Forme di volontariato ci sono già – afferma Moreno Sepiacci – Il prefetto ci dice che non sono evidenti. Giustissimo renderle evidenti. Da parte nostra siamo disponibili ma ci dev’essere anche la volontarietà del richiedente asilo. E siamo sicuri che tutti i consigli comunali deliberino all’unanimità le proposte via via presentate? » . —




 

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