Il Tirreno

Pistoia

accoglienza e polemiche 

A Vicofaro una petizione contro il parroco dei migranti

VALENTINA VETTORI
A Vicofaro una petizione contro il parroco dei migranti

Accuse di disturbo della quiete pubblica, mancanza di sicurezza e scarso decoro nel documento inviato a sindaco, vescovo e prefetto con le firme di 190 residenti  

03 ottobre 2018
2 MINUTI DI LETTURA





PISTOIA

Disturbo della quiete pubblica, mancanza di sicurezza, scarso decoro. Sono centonovanta le firme raccolte in sostegno della petizione promossa da alcuni residenti di Vicofaro contro l’accoglienza dei migranti nella parrocchia di don Massimo Biancalani. La lettera, recapitata ieri mattina alla redazione de Il Tirreno – senza però le firme in allegato – è indirizzata al sindaco di Pistoia, al prefetto e al vescovo. E chiede che “le autorità competenti agiscano con urgenza per ripristinare una situazione di ordine e legalità”.

Una protesta – si legge – che non è rivolta ai ragazzi ospitati, “bensì a chi ha deciso di accoglierli”, perché “se don Biancalani vuole fare accoglienza, deve farla nel rispetto della legalità”.

Sei i punti evidenziati. Uno di questi è il disturbo della quiete pubblica: schiamazzi, tamburi, partite in strada, litigi. Una situazione tale da impedire di dormire a chi vive vicino alla chiesa. Per non parlare dei balli africani svolti in concomitanza con la Pizzeria del Rifugiato. “Hanno l’autorizzazione per fare musica ad alto volume”?

Ma le accuse più grosse arrivano in tema di sicurezza e legalità. “I ragazzi sono sorvegliati in modo efficace da persone responsabili, in possesso di attestati o qualifiche che certifichino la loro preparazione nel settore? ”. Il timore espresso è che a seguirli ci siano “semplici, seppur volenterosi, volontari che la maggior parte delle volte non hanno la capacità di farli stare tranquilli”. “Ci domandiamo – prosegue la lettera – se lo stesso don Biancalani sia preparato per questa funzione, o se si sia fatto scappare di mano la situazione”.

E ancora, sulla questione dell’ottantina di migranti fuoriusciti dai progetti di accoglienza e ospitati a Vicofaro, “non sappiamo se hanno il permesso di soggiorno, sono clandestini, se hanno problemi di droga, se sono agli arresti domiciliari”. Insomma, il parroco “non può permettersi di mettere a repentaglio la tranquillità e la sicurezza della nostra piccola comunità”.

Infine, l’affondo sulla questione relativa all’attività di accoglienza che – a detta dei firmatari della petizione – ha tolto “l’attenzione dedicata ai nostri bambini, ai nostri ragazzi, ai nostri bisognosi”.

Le firme, precisa la nota, “sono state raccolte contestualmente alla chiusura del Cas” (i migranti del Centro di accoglienza sono stati trasferiti dalla Prefettura a Ramini per problemi di sicurezza relativi al piano terra della parrocchia di Vicofaro, ma “visto che ci giungono notizie riguardanti la riorganizzazione delle attività e la realizzazione dei lavori di adeguamento alla canonica per tornare ad accogliere nuovi ospiti, vogliamo riaffermare la nostra volontà di vivere nella sicurezza e nella legalità”. —

VALENTINA VETTORI

Primo piano
Operazione “Piedi scalzi”

I migranti reclutati dentro il centro di accoglienza, dieci arresti per caporalato in Toscana: le accuse, i nomi e il sistema

di Stefano Taglione