Il Tirreno

Pontedera

IN TRIBUNALE»STORIE E RIVELAZIONI

di Pietro Barghigiani
IN TRIBUNALE»STORIE E RIVELAZIONI

PISA. La versione di lei: «Mi ha palpeggiata tre volte». Quella di lui: «Non è vero, si è inventata tutto».Di fronte a posizioni così opposte e senza sfumature su un fatto grave, come la violenza...

26 ottobre 2017
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PISA. La versione di lei: «Mi ha palpeggiata tre volte». Quella di lui: «Non è vero, si è inventata tutto».

Di fronte a posizioni così opposte e senza sfumature su un fatto grave, come la violenza sessuale, lo sbocco naturale per arrivare almeno a una verità giudiziaria non può che essere il processo.

I punti fermi nella storia, avvenuta in provincia, sono la denuncia di una sedicenne e il rinvio a giudizio del presunto molestatore, un finanziere di 46 anni, padre di una bimba più piccola della ragazza che lo ha querelato.

I primi testi, quelli dell’accusa – pm Flavia Alemi – saranno sentiti a dicembre davanti al collegio del Tribunale (presidente Dani, a latere Iadaresta e Grieco).

È un processo in cui la base sostanziale delle accuse si poggia sulle dichiarazioni ripetute e verbalizzate dalla ragazza, all’epoca dei fatti quindicenne.

L’episodio, perché è una la circostanza su cui il dibattimento dovrà fare chiarezza, è avvenuto nel 2016 in un contesto pubblico, quello di un incontro tra genitori e figli nei locali di una parrocchia.

Una di quelle iniziative in cui si socializza con piccole feste in cui ognuno porta qualcosa da mangiare e bere per passare un pomeriggio insieme.

L’imputato conosce la sua accusatrice perché vive in un condominio vicino al suo.

Non proprio una frequentazione assidua. Diciamo una di quelle conoscenze di vicinato che non è amicizia, ma neanche completa estraneità.

Anche se la ragazza e la figlia del finanziere non hanno la stessa età, il contesto parrocchiale era diventato il luogo aggregante per chi vuole stare insieme unito dall’appartenenza alla comunità.

Le dichiarazioni della sedicenne sono state acquisite agli atti nel corso delle indagini e lei non dovrà testimoniare in aula.

Lo faranno i testi citati dalla Procura, tra i quali alcune persone che avrebbero assistito alla scena, secondo quanto dichiarato dalla sedicenne, i cui genitori hanno deciso di non costituirsi parte civile.

Il presunto palpeggiamento, in querela si indica per tre volte la mano dell’imputato sui glutei dell’adolescente, sarebbe avvenuto in pubblico, durante un incontro in parrocchia. Una tesi respinta con forza già in istruttoria dal finanziere.

Ora dovrà convincere anche il Tribunale che le accuse mosse dalla ragazza sono fantasie. O almeno non quelle ipotesi di reato che rischiano di farlo condannare per violenza sessuale.

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