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Pellegrinaggio laico alla chiesa distrutta

Carlo Palotti
Il gruppo dei partecipanti all'escursione organizzata dal Tirreno
Il gruppo dei partecipanti all'escursione organizzata dal Tirreno

Escursione sul monte Castellare per tenere accesi i riflettori sulla ricostruzione del luogo di culto distrutto a maggio da una esplosione

29 ottobre 2017
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SAN GIOVANNI ALLA VENA. "Un pellegrinaggio laico per evitare che questo luogo, ricco di storia, fede e anche leggende, non finisca nelle mani dei vandali".

Così Luigi Vicinanza, direttore del “Tirreno”, ha definito l’escursione sul monte Castellare, nei luoghi della chiesa distrutta a maggio da un’esplosione. Un’escursione organizzata il 29 ottobre dalla redazione di Pontedera nell’ambito delle iniziative promosse per celebrare i 140 anni di vita del quotidiano.

A poco meno di sei mesi dal disastro, causato da una fuga di gas, molto resta ancora da fare, mentre negli ultimi tempi la zona della chiesa è stata bersagliata dai vandali. Nei giorni successivi all’esplosione, passato lo shock, la catena della solidarietà partì con vigore. Tante furono le raccolte fondi avviate da enti e istituzioni, come le iniziative messe in piedi da gruppi di cittadini e associazioni del territorio. Quasi 180 giorni dopo il Castellare è ancora fermo a quella notte, essendo rimasto prigioniero della burocrazia e del lungo iter richiesto per l’avvio dell’opera di ricostruzione del “chiesino”. Ma ora, superati almeno gli ostacoli iniziali, i lavori di recupero sono vicini ad essere avviati.

«Siamo a buon punto – spiega Paolo Perini, presidente del Comitato Castellare – Prima d’iniziare abbiamo voluto pianificare tutto con cura. A novembre dovrebbe cominciare lo sgombero delle macerie». Solo dopo, quindi, sarà possibile capire quanto tempo sarà necessario per la ricostruzione. «La rimozione delle macerie – continua Perini – è solo il primo passo. Poi sarà avviata la progettazione del nuovo “chiesino”, che ricalcherà la struttura precedente seguendo le attuali normative antisismiche e di sicurezza».

L’antica chiesa poggiava direttamente sulla roccia, mentre quella nuova sarà ricostruita dalle fondamenta. «Tutto sarà fatto a regola d’arte – conclude il presidente del Comitato – nel rispetto delle norme e in sicurezza. La speranza è di potere inaugurare il nuovo “chiesino” nell’autunno 2018».

All’escursione organizzata dal “Tirreno” come segno di vicinanza a quanti stanno lavorando per far risorgere la chiesa, hanno partecipato – tra gli altri – alcuni lettori, amministratori locali e storici. Presente, nella parte finale, anche il parroco di San Giovanni alla Vena, don Paolo Manzin.

«L’iniziativa promossa dal “Tirreno” – dice Matteo Ferrucci, vicesindaco di Vicopisano – è importante e segue i tanti appuntamenti che sono stati organizzati in questi mesi dalla comunità per la ricostruzione della chiesa».

«Come amministrazione comunale – prosegue Juri Taglioli, sindaco di Vicopisano – abbiamo dato tutto il supporto possibile a chi dovrà approntare il ripristino della struttura. Ricordo con dolore la sera dell’esplosione, ma sono fiducioso, perché la Curia di Pisa e il Comitato Castellare stanno facendo tutto il necessario per ricostruire il “chiesino”».

Del gruppo che il 29 ottobre è salito sul Castellare, partendo dalla piazza Domenico Cavalca di Vicopisano, facevano parte anche gli esperti di storia locale Michele Quirici, Valentina Filidei (Tagete Edizioni) e Christian Ristori.

Quando il gruppo è arrivato sul monte, i tre esperti hanno illustrato la storia del territorio, soffermandosi non soltanto sulle vicende del Castellare e della chiesa, ma anche sui grandi lavori idraulici che nel corso dei secoli – con i Medici e i Lorena ai tempi del Granducato di Toscana – hanno interessato la piana, trasformando profondamente il territorio e incidendo sullo sviluppo dell’agricoltura e quindi anche sulla crescita economica di questa parte della provincia di Pisa.
 

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