Il Tirreno

Pontedera

Un presepe di Pasqua alla faccia dei ladri

di Tommaso Silvi
Un presepe di Pasqua alla faccia dei ladri

Dopo il furto delle offerte i volontari ne realizzano un altro

03 marzo 2018
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PONTEDERA. Più forti di un gesto vigliacco. Determinati a fare del bene. Nonostante tutto. Nonostante chi ha provato a rovinare la loro missione. I frati cappuccini della Bellaria rispondono al furto subìto il 7 febbraio scorso, quando venne aperta e svuotata di alcune centinaia di euro la cassetta delle offerte posta sotto il grande presepe allestito nella chiesa del quartiere, in via Diaz, e rilanciano con un’opera maestosa. Una rappresentazione in chiave pasquale, che ripercorre alcune delle tappe della vita di Gesù. L’ingresso in Gerusalemme, l’ultima cena, la preghiera nell’orto degli ulivi, la salita al monte Calvario, l’incontro con la Veronica, la caduta, la crocifissione e la resurrezione. Un’armonia di luci e colori, di strutture realizzate a man, che danno al paesaggio un aspetto molto vicino alla realtà.

Lo scopo è quello di raccogliere soldi a favore di una struttura scolastica in Africa. Precisamente in Nigeria. Nata circa due anni fa, la nuova scuola di Enugu, accoglie già più di 120 bimbi. Sorge in una zona molto popolosa e povera della capitale dell’omonimo stato, dove i frati cappuccini nigeriani hanno accolto l’invito di fondare una parrocchia e costruire un convento.

Con l’aiuto di tanti benefattori italiani, i cappuccini hanno portato quasi a termine la costruzione della scuola. Composta da tre piani, con aule spaziose, una biblioteca e stanze per il riposo pomeridiano dei bambini dell’asilo. I fondi, però, hanno permesso ai frati di completare con l’arredo solo i primi due piani. Le richieste di nuove iscrizioni, considerando che il servizio offerto è accessibile a tutti, specialmente alle famiglie più povere, spingono a completare anche l’ultimo piano. A giugno i frati di Pontedera andranno proprio in Nigeria a consegnare quanto raccolto in chiesa. Dopo il servizio del Tirreno, che raccontava del furto e dell’impegno dei cappuccini della Bellaria, le offerte hanno subìto un’impennata decisa.

E ora, gli stessi volontari che hanno costruito il presepe di Natale, sono pronti ad alzare il velo sulla loro ultima creazione, che sarà visitabile da oggi, dalle 17 alle 19.

«Abbiamo impiegato un mese per mettere in piedi il nuovo presepe – racconta Marco Vespi, tra gli uomini che dedicano il tempo libero alle attività di beneficenza della chiesa dei cappuccini – ed è la prima volta in assoluto che ci cimentiamo in una rappresentazione pasquale». Delle idee, un progetto, un gruppo di lavoro, delle tappe da seguire.

Come in un’azienda. Ma senza stipendi. Qui, la soddisfazione, è aiutare chi ha bisogno. «Ci siamo trovati per due volte alla settimana, dopo cena. Ognuno – prosegue Vespi – si è occupato di una parte del presepe. I materiali utilizzati sono scarti industriali e domestici». Ed è stata rinnovata anche la cassetta delle offerte. Per provare a rendere la vita difficile a eventuali nuovi ladri. «Il contenitore delle offerte è stato strutturato in maniera diversa, in modo da renderlo più sicuro. E sicuramente – dice ancora il volontario – toglieremo il denaro raccolto a più riprese durante il giorno». Di bello in questa storia, oltre al presepe, c’è la forza di volontà che emerge chiaramente parlando con chi, dopo una giornata di lavoro, si rimbocca le maniche e si mette all’opera con legno da modellare, cartapesta, sabbia, piante da predisporre alla perfezione.

Intanto, la raccolta procede a gonfie vele: «Siamo arrivati a circa 2500 euro – rivela Marco Vespi – e per noi è già un buon risultato, anche se ci auguriamo di riuscire a portare in Nigeria un contributo ancora maggiore. Non c’è un obiettivo, ma soltanto un grande impegno da parte di tutti. Quello che riusciremo a mettere insieme lo daremo ai frati che andranno in Nigeria, sicuri di aver fatto il massimo per raggiungere una cifra importante». La delinquenza, stavolta, ha perso. E alla grande. Perché alla Bellaria la solidarietà è più forte della paura.

E il presepe di Pasqua, quando cala il sole e in chiesa si fa buio, si accende grazie a un sistema elettrico, che lo rende magico. Alla faccia di chi ha provato a spegnerlo per sempre.

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