Il Tirreno

Prato

Caso-comunioni: «Fotografo imposto e anche fra i più cari». Ma il prete smentisce

Maria Lardara
La chiesa parrocchiale di San Luca alla Querce
La chiesa parrocchiale di San Luca alla Querce

Prato, genitori sul piede di guerra in vista delle comunioni nella parrocchia di San Luca alla Querce. «Una foto? 5 euro»

21 aprile 2018
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PRATO. “Il corpo di Cristo”, “Il corpo di Cristo”. Riecheggia la cantilena del prete che adagia e distribuisce l’ostia sulla lingua dei “comunicandi”: è il sacramento di primavera e la celebrazione viene scandita dal click delle macchine fotografiche. Anzi, una macchina fotografica. Una soltanto, a detta di don Renzo Fantappié, storico parroco di San Luca nella frazione della Querce. Comprensibile, per evitare confusione e troppi movimenti durante i minuti di raccoglimento e di preghiera.

Ma quello che alcuni genitori non comprendono è perché la scelta debba ricadere su quello che viene ritenuto uno dei professionisti dello scatto più cari della città. Un noto studio fotografico che, preventivo alla mano, farebbe pagare ai genitori 5 euro per ogni fotografia scattata e 900 euro per girare un filmino con 20 bambini. Prendere o lasciare. Altrimenti, niente foto. Ma domenica 13 maggio i bambini che vivranno l’emozione della Prima Comunione alla Querce saranno 37. Tanto per fare qualche calcolo, se tutte le famiglie dovessero acquistare almeno due immagini, il fotografo guadagnerebbe 370 euro con il suo servizio. Si parla di un giorno importante nel cammino di fede, da immortalare nell’album dei ricordi.

Ma dietro il rito c’è anche l’ombra del business. «Non mi va giù l’imposizione visto che sul mercato troviamo fotografi che chiedono dai 2,50 ai 3 euro per ciascuna fotografia». Simone Congedi è sul piede di guerra: come lui, anche altri genitori in questo periodo si frugano in tasca e storcono il naso per quella che non è solo la spesa delle foto ma anche una questione di principio. Alcuni hanno addirittura fatto in modo di spostare la comunione dei figli alla chiesa della Sacra Famiglia, non lontano dalla Querce.

Dove i genitori hanno scelto uno studio fotografico più economico che chiede 2,60 per le foto di formato più piccolo, 3 euro per quelle più grandi. «In riunione le catechiste sono state categoriche – raccontano alcuni genitori – C’è solo un fotografo che potrà scattare il prossimo 13 maggio. Il motivo, a quanto ci è stato riferito, è che solo lui saprebbe muoversi bene dentro la chiesa». Si parlerebbe dello stesso studio fotografico scelto tutti gli anni in quella parrocchia.

Sì perché babbo Simone ebbe un’esperienza simile cinque anni fa quando la sua primogenita passò a comunione. In quel caso sarebbe stata fatta una riunione fra i genitori e messa ai voti dei presenti la scelta del fotografo. Passò per un voto sempre lui, lo stesso di ora, il più caro. Ma questa volta, niente votazione. Dalla parrocchia si sarebbero appellati al nuovo regolamento della Diocesi in base al quale solo i fotografi autorizzati e muniti di tesserino, con tanto di corso organizzato dalla Curia, possono scattare e riprendere durante le cerimonie di battesimo, matrimonio, cresime e comunioni.

Possibile che alla Querce non ci sia verso di risparmiare? Dopo i soldi per i fiori, per la tunica, per l’offerta alla chiesa, anche quelli per le foto più care. Interpellato dal Tirreno, il parroco della Querce respinge al mittente ogni critica: «Non impongo proprio nulla – replica don Fantappiè - mi sono semplicemente raccomandato con le famiglie che scegliessero un solo fotografo per non creare confusione. Nessuna preferenza: a me interessa solo che bambini e genitori siano preparati: dell’esteriorità non m’importa nulla». Sobrietà, senso di comunità, comunione: dove sta la verità?

 
 

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