Il Tirreno

Prato

ieri la firma 

Protocollo Comune-Procura per dare un aiuto alle vittime

Il procuratore capo Giuseppe Nicolosi col vicesindaco Simone Faggi dopo la firma (foto Sproviero/Batavia)
Il procuratore capo Giuseppe Nicolosi col vicesindaco Simone Faggi dopo la firma (foto Sproviero/Batavia)

Prato, siglata l'intesa per stroncare il fenomeno dei migranti sfruttati nelle imprese. Da lunedì 7 sarà attivo uno sportello per denunciare i casi

05 maggio 2018
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PRATO. L’ufficio immigrazione del Comune riceve le segnalazioni e le gira in Procura: 28 dal 2014 a oggi, di cui già tre nel 2018. E in Procura lavora un pool di magistrati, coordinato dal sostituto procuratore Lorenzo Gestri, che si occupa di reati in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e impiego di manodopera irregolare. Funziona così, da un po’ di tempo a questa parte, la collaborazione fra Procura e Comune per prevenire i gravi casi di sfruttamento lavorativo. Ora però l’impegno è stato formalizzato grazie a un protocollo d’intesa firmato ieri dal vicesindaco Simone Faggi e dal procuratore capo Giuseppe Nicolosi.

Intanto da lunedì prossimo (7 maggio) negli spazi di via Roma dell’assessorato sarà attivo uno sportello specifico contro lo sfruttamento del lavoro e la prostituzione. È qui che avverrà il primo contatto con le potenziali vittime di caporalato ed è qui che saranno date tutte le informazioni sulla normativa e gli strumenti di tutela previsti.

«Siglare questo protocollo significa mettere nero su bianco un’attività che già svolgiamo da un anno e mezzo – ha sottolineato il procuratore Nicolosi –. Siamo in presenza di un diffuso sistema di omertà che coinvolge le vittime dalle quali non è sempre facile ottenere la fiducia e la collaborazione. Difficile che l’emersione avvenga spontaneamente ma questo protocollo può dare una spinta».

In particolare, il Comune s’impegna a trasmettere le denunce dei lavoratori avanzando eventualmente la richiesta di rilascio di un titolo di soggiorno su cui dovrà esprimersi comunque la Procura. Certo, non basta una segnalazione per far scattare un’indagine anche perché, come ha sottolineato il pm Gestri per parlare di sfruttamento dello stato di bisogno «è necessaria la collaborazione della vittima».

A “benedire” il protocollo d’intesa è, infine, l’assessore regionale Vittorio Bugli. «Una buona pratica da replicare in tutta la Toscana». (m. l.)

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