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Maxi-squalifica per razzismo La difesa: «Noi non siamo così»

Vezio Trifoni
Maxi-squalifica per razzismo La difesa: «Noi non siamo così»

I Giovanissimi del Jolly Montemurlo: «Quel ragazzo ci ha chiamato irridendoci» ma Nucciarelli (La Querce) e Vannucchi (Cf 2001): «Giusto punire le offese»

13 gennaio 2019
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prato. Un giovane calciatore dei Giovanissimi 2004 del Jolly Montemurlo è stato squalificato dal giudice sportivo per 12 giornate per razzismo: nel corso di una partita giocata contro una squadra della Lucchesia ha rivolto frasi a contenuto discriminatorio nei confronti di un avversario di colore, e poi ha offeso anche l’arbitro. La società ha fatto ricorso ma la corte d’appello sportiva territoriale ha confermato la sentenza e dunque stagione finita per il giovane calciatore.

Ora i compagni prendono le sue difese e hanno scritto una lettera nella quale negano di essere razzisti. “Ci sentiamo puniti tutti e non solo il nostro amico che ha offeso quel ragazzo – scrivono – sappiamo che certe cose, come tante altre, non andrebbero dette, che sono offese, ma lo sono sia quelle razziali che quelle rivolte alle mamme, alle sorelle, alle famiglie che noi e i nostri coetanei pronunciamo sistematicamente durante tutte le partite” .

I ragazzi del Jolly rivendicano il fatto che nella loro squadra ci siano diversi giocatori extracomunitari e poi rilanciano l’accusa nel campo opposto: “Quel ragazzo (il giocatore di colore offeso durante la partita, ndr) si è permesso di chiamare da un numero privato alcuni di noi deridendoci perché avevamo perso” . Questo sarebbe avvenuto dopo la partita, quando già le posizioni tra i due erano state chiarite.

«È vero – aggiungono i calciatori del Jolly nella lettera – vogliamo vincere, ci mettiamo grinta e cattiveria sportiva, però quando l’arbitro fischia la fine della partita torniamo amici come prima e lasciamo in campo anche le offese. Noi non siamo razzisti, anzi ci sentiamo offesi a essere considerati tali da chi nemmeno ci conosce”.

L’episodio ha suscitato discussioni nel mondo del calcio giovanile. È giusto dare una sanzione così severa a un ragazzo di 14 anni o sarebbe meglio trovare una “pena” diversa? «Ci sono delle regole e l’arbitro le deve applicare, in questo caso se il ragazzo ha usato parole non corrette nei confronti di un avversario è giusto comminargli una sanzione pesante – dice Vinicio Nucciarelli presidente de La Querce – Nel nostro caso avrebbe ricevuto una sanzione anche da parte della nostra società per cercare di far capire che non si può offendere nessuno e non ci si può comportare in certi modi anche se da come ho capito tutto è nato per una palla a due che l’avversario non avrebbe restituito e anzi ha cercato di sfruttare per segnare. La federazione sta facendo tanto per il fari play e per seguire le regole bisogna continuare a lavorare su questi temi ancr di più. Fin dalla serie A e da chi gioca in nazionale».

Il direttore sportivo del Cf 2001 rincara la dose. «Se c’è un regolamento è giusto rispettarlo – dice Patrizio Vannucchi – poi sappiamo che durante un a partita c’è il fattore agonistico e gli scontri tra i ragazzi o i calciatori o verso l’arbitro ma solo attraverso le regole possiamo davvero uscire da questa situazione. L’attenzione la metterei anche sui campionati che vengono falsati per il ritiro delle squadre come sta accadendo nel campionato Allievi A di Prato dove una squadra fiorentina si è ritirata prima dell’ultima gara di andata e in questo modo tutti i risultati raggiunti sono stati annullati e a tutte le squadre gli è stato data vittoria a tavolino. Non capisco davvero come si possa iscrivere una squadra e neanche a metà del campionato ritirarla. Abbiamo da lavorare su diversi fronti. Quello più importante è senz’altro la violenza verbale e il comportamento ma anche in questo caso il modo di operare non mi sembra esemplare». —

Vezio Trifoni

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